Il nostro amico Roberto Vitali, sponsor con Villageforall ci racconta con il suo modo chiaro e diretto, cos’è veramente il Turismo Accessibile nella trasmissione “Cominciamo bene” su Rai 3.



Il nostro amico Roberto Vitali, sponsor con Villageforall ci racconta con il suo modo chiaro e diretto, cos’è veramente il Turismo Accessibile nella trasmissione “Cominciamo bene” su Rai 3.
L’hotel Zentral Center si trova nel cuore di Playas de las Americas, nella costa sud di Tenerife. Essendo nel centro della località, i clienti dell’albergo posso trovare vicini numerosi negozi, ristoranti, bar e una grande varietà di intrattenimenti per la vita notturna, in più a breve distanza, molto facilmente raggiungibile a piedi, c’è la famosa spiaggia accessibile Las Vistas perfettamente attrezzata.
Questo moderno hotel di 4 stelle offre eccellenti stanze vicino ai servizi del luogo di villeggiatura.
Le eleganti e spaziose stanze hanno finestre panoramiche, aria condizionata, minibar, TV, telefono, la cassetta di sicurezza (extra) e il bagno con l’asciuga capelli. Alcune di queste stanze sono completamente accessibili con la sedia a rotelle.
La piscina è situata nel tetto dell’albergo, ed è equipaggiata con un sollevatore ed offre un fantastico panorama.
Uno sguardo ad un bagno adattato e ad una doccia…
Vantaggi:
• Eccellente posizione centrale vicino alla spiaggia adattata • Bagni veramente spaziosi (40m2)
Svantaggi:
• Le stanze adattate hanno finestre panoramiche e non balconi • Non ha un programma di animazione
INFORMAZIONI ACCESSIBILITA’
Numero stanze accessibili
Misure dell’ascensore
Larghezza della porta
Misura dal vertice alto del letto al pavimento
Misura dal vertice basso del letto al pavimento
Larghezza della porta del bagno
Altezza della toilette
PER ULTERIORI INFORMAZIONI, ORGANIZZAZIONE E PRENOTAZIONE:
SOL ACCESS SERVICE S.L.L. – C/ J. Glez. Glez. 20, 38626 Valle San Lorenzo Tlf. 922 765186
E.mail: ic@solaccessservice.com
Referente:
Federico Merciaro: fmerciaro@yahoo.it
AVISB, associazione veneta per l’idrocefalo e la spina bifida ci ha scritto per segnalarvi questa bella iniziativa che vi facciamo leggere:
Ci siamo!!! Dopo l’esaltante esperienza dell’estate 2009, quando furono organizzati addirittura due campi estivi, il primo in Calabria a Simeri per i bambini e le famiglie, ed un secondo, un camping per i ragazzi più grandi nelle colline veronesi di San Giovanni Ilarione, quest’anno si continua la splendida avventura dell’AVISB a Cesenatico (FC) !!!
Dal 18 al 25 luglio, si terrà il nuovo campo estivo AVISB. Sarà organizzato in contemporanea per i bambini con le loro famiglie e per i più grandi che verranno in vacanza da soli!!!
Il titolo del campo sarà “IL FUTURO (DEL MONDO) E’ NELLE TUE MANI”!!! Avremo modo di discutere e di costruire insieme il nostro piccolo progetto per il futuro!!! Ma soprattutto ci sarà tanto divertimento al mare e grazie alle gite che i volontari stanno organizzando per grandi e piccini!!!
Ospite d’eccezione sarà Luca Bassanese, cantautore noto per il suo impegno sociale e civile.
Gli ospiti saranno adeguatamente assisiti da personale medico e volontario specializzato!
Per informazioni:
Via dei Mille, 34 – 36100 Vicenza
Tel/Fax 0444/961900
L’indirizzo e-mail: info@spinabifidaveneto.it
La nostra pagina Internet: www.spinabifidaveneto.it
La nostra cara amica Tina ci ha segnalato questo Hotel Accessibile a Riccione con vicina anche la spiaggia accessibile, leggiamo:
L’Hotel è situato a pochi metri dal mare, anzi sul mare c’è un’entrata con piccolissimo scivolo che ho potuto percorrere da sola (è davvero uno scivolo minimo) differente da altri Hotel della zona, poichè ho fatto un giro nella vicinissima Via Dante dove ci sono i negozi e il passaggio turistico e notavo (deformazione professionale) le entrare degli altri Hotel, tutte avevano una specie di scivolo, ma di quelli che ho avuto la possibilità di vedere nessuno mi è parso completamente a norma, mi sembrava troppo ripido, oppure alla fine dello scivolo c’era un dislivello con la superficie della strada…certo con l’aiuto di qualcuno è meglio di un gradino, ma nell’Hotel dove sono stata si può fare anche da soli.
La camera era spaziosa, l’igiene impeccabile, il cibo buonissimo e abbondante, direi anche troppo! C’è una piscina nell’Hotel, e il bagnino più volte mi ha chiesto se volevo immergermi, c’era l’attrezzo apposito, ma non sono entrata in piscina, quando non ero in spiaggia sostavo a bordo piscina, c’è uno spazio apposito con sdraio e al riparo dal sole un altro spazio con sedie e tavolini nelle vicinanze del bar aperto fino a tarda sera.
La mia camera era al secondo piano, c’è un ascensore (purtroppo in alcuni orari sarebbe stato opportuno ce ne fossero due :-D) l’Hotel è frequentato da molte famiglie con bimbi piccoli…(c’erano anche i miei nipotini ).
Allego le foto della spiaggia con passerella e posto adibito per la carrozzina con tettoia per ripararsi dal sole, per accedere alla spiaggia anche li c’è uno scivolo, in discesa a me sembrava un pò ripido (ma io ho una carrozzina superleggera ed è una mia impressione che se la pendenza non è quella alla quale sono abitutata mi sento cadere in avanti…ma c’era sempre un signore che mi chiedeve se volevo aiuto, che lui era li apposta.
La foto della camera con balcone vista mare (camera con tv aria condizionata e con un intelligente sistema per chi si dimentica le luci accese o altro) in pratica quando si esce dalla camera si riprende il badge che si è usato per entrare (che viene posto in un apposito posto tipo presa) e se ci si dimentica luce, aria condizionata o phon che sia acceso dopo pochi secondi che il badge non è più in sede, tutto si spegne automaticamente!
Foto dei particolari bagno e del box doccia la sala da pranzo è ampia, con vetrate vista mare e con tanti specchi che rendono l’ambiente gradevole…almeno a me sono piaciuti….
Ci sono inoltre possibiltà di escursione all’Oltremare o ad altre attrattive del posto, in Hotel vi sono tutti i depliants.
Tina
P.S. = unica nota dolente, arrivando io in treno alla stazione di Riccione all’andata sono incappata in un individuo addetto al sollevatore che ha eseguito una manovra per accompagnarmi all’uscita a dir poco incosciente…ma ho proveeduto a segnalare un reclamo alle ferrovie sperando che venga messo un ascensore , o un montascale…o è chiedere troppo?….
Sono lieto di annunciarvi l’unione al nostro gruppo di Viaggi Accessibili a Tutti di un insieme di persone specializzate alle Vacanze Accessibili a tutti in Spagna. Ecco la loro presentazione:
La Sol Access Service è un insieme di persone poliglotte e professionali, altamente qualificate, con 20 anni di esperienza nel mondo del turismo accessibile, offre la possibilità di organizzare in Spagna delle vacanze non solo liberi dalle barriere ma anche dalle preoccupazioni.
La nostra specializzazione nell’accessibilità ci permette di garantire ai nostri clienti, una perfetta comprensione delle proprie necessità, una conoscenza profonda della destinazione e i prezzi più competitivi del mercato.
Ci prendiamo cura di tutti gli aspetti relativi alle vacanze, occupandoci di tutti i dettagli:
I nostri servizi sono:
Tra le nostre mete accessibili merita una menzione Arona che si trova nel sud di Tenerife, che con la Florida (Usa), riceve il maggior numero dei visitanti in sedia a rotelle a livello mondiale.
L’amministrazione della località ha deciso di aumentare il livello della qualità della vita e delle persone disabili e per questo si è concentrata nei seguenti aspetti :
Una citazione speciale la merita la spiaggia de “Las Vistas” (Playa de Las Vistas), con un’area di servizio e libera di barriere, creata specificamente per i diversamente abili, con un livello comparabile a migliori spiagge europee. In questa area corrisponde una zona dove si può prendere il sole, delle docce e delle cabine con uso riservato per le persone con mobilità ridotta, e sedie a rotelle da spiaggia che con con l’aiuto del personale del comune danno la possibilità di fare il bagno.
Il municipio ha poi partecipato ad un nuovo sistema di “chiave Europea”, introdotta e conosciuta grazie ai paesi di lingua tedesca (Germania, Austria e Svizzera), ed è un sistema che permette di avere un uso esclusivo di bagni pubblici accessibili per le persone disabili, negli edifici e autostrade pubbliche.
Per le persone che non dispongono di questa chiave c’è la possibilità di conseguirla in forma gratuita in determinati punti a seguito di un deposito.
Trasporti: Arona si raggiunge in veicoli adattati di differenti grandezze dall’aeroporto del Sud (15 km)
Hotel Zentral Center – Tenerife-accessibile
Parque Cristobal a playa de las americas – Tenerife – Accessibile
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PER ULTERIORI INFORMAZIONI, ORGANIZZAZIONE E PRENOTAZIONE:
SOL ACCESS SERVICE S.L.L. – C/ J. Glez. Glez. 20, 38626 Valle San Lorenzo Tlf. 922 765186
E.mail: ic@solaccessservice.com
Referente:
Federico Merciaro: fmerciaro@yahoo.it
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Un caldo saluto a tutti i nostri lettori. Oggi voglio invitarvi a visitare la splendida Isola d’Elba con il calore e la gentilezza dell’Hotel Lacona.
L’Hotel Lacona è un albergo 4 stelle vicino a Capoliveri, nel cuore dell’Arcipelago Toscano, avvolto nel verde della rigogliosa macchia mediterranea che caratterizza lo splendido Golfo di Lacona, a due passi da bianche spiagge lambite dalle trasparenti acque del Golfo.
Oasi di pace e relax, l’Hotel Resort Lacona, con piscina e parco naturale di sette ettari, ti offre i migliori servizi per una vacanza spensierata e divertente in una meravigliosa spiaggia circondata da dune fiorite di orchidee e bagnata da acque cristalline.
Il 4 stelle Resort Hotel Lacona è poco distante da Capoliveri e facilmente raggiungibile da Portoferraio, principale destinazione dei traghetti per l’Isola d’Elba provenienti da Piombino.
Dall’Hotel Lacona sono raggiungibili in meno di un’ora d’auto tutte le maggiori attrazioni dell’isola, i Musei Napoleonici di Portoferraio, l’acquario e i negozi di Marina di Campo, nonché le rinomate spiagge della Biodola, di Procchio e della attigua Margidore.
Lo staff di Diversamente Agibile è stato invitato personalmente dal direttore commerciale Robi Veltroni in occasione di una festa dedicata ai ragazzi dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) della sezione di Ivrea.
Un gruppo di 70 persone, di cui circa 20 con disabilità motorie e il resto volontari, sono ospiti dell’Hotel Lacona da 10 anni nel periodo estivo.
Noi siamo stati ospiti dell’Hotel Lacona in occasione di un concerto chiamato “Sclerok” dedicato proprio ai ragazzi dell’AISM. Il concerto è avvenuto in un paesino molto caratteristico vicino a Marina di Campo. Una serata indimenticabile, molto curata e soprattutto con tanta voglia di divertirsi al di là dell’accessibilità. Infatti questo paesino non era molto accessibile, c’erano molti gradini e alcuni anche alti, ma la voglia di fare è stata talmente tanta che grazie ai volontari, persone veramente fantastiche, sono riusciti ad arrivare a questa piazza dove poi si è aperta la festa.
Da tanti anni questo gruppo dell’AISM torna sempre e sempre più organizzati all’Hotel Resort Lacona, anche se non è perfettamente accessibile. Il motivo è uno solo: il calore e l’amore che da il posto e le persone che ci lavorano. La disponibilità del personale dell’Hotel e soprattutto del direttore commerciale Robi Veltroni rendono la vacanza accessibile anche se strutturalmente manca qualche dettaglio, tipo gli ausili per disabili, o i bagni poco agibili per una carrozzina. Ma questo gruppo non si è mai fermato davanti a queste barriere fisiche perché quelle mentali del personale dell’Hotel Lacona non esistono, infatti al loro arrivo smontano le porte dei bagni, tolgono le pareti delle docce e si mettono a disposizione per qualsiasi problema.
Tutto questo fa si che la vacanza per questo gruppo di disabili e volontari, a cui interessa solo divertirsi ed essere amati, diventi indimenticabile e allo stesso tempo accessibile a modo loro.
Questo ci fa riflettere su come, a volte, la forza di volontà e la voglia di vivere vince su tutto.
L’Hotel Lacona è una struttura molto bella ed accogliente con piscina per piccoli e grandi, un parco giochi per bimbi e una spiaggia con bar e passerella. Tutto questo però non ha gli ausili dell’accessibilità. C’è una rampa per accedere all’Hotel, un ascensore con entrata cm66 e l’interno cm98 x cm122, ci sono anche camere al piano terra. Le porte delle camere misurano cm80, invece le porte dei bagni sono larghe 70cm.
Le 120 stanze dell’Hotel Lacona sono spaziose, arredate in maniera semplice e funzionale, dotate di ogni comfort: aria condizionata, TV con canali satellitari, telefono diretto e bagno con doccia.
Un piano dell’hotel è dedicato alle camere family, colorate e comunicanti tra di loro pensate per offrire la massima ospitalità a chi viaggia con bambini.
L’Hotel Lacona dispone di un ristorante, tral’altro molto carino e particolare, e ci si arriva o attraverso l’ascensore e poi una rampa, oppure dal’esterno dove non ci sono barriere. All’interno del ristorante ci sono i bagni accessibili con tutti gli ausili per disabili.
Il ristorante è ampio (300 posti) ed elegantemente rifinito con pannelli a canne d’India e arredi mediterranei.
Lo squisito buffet, curato da qualificati chef, offre una grande varietà di antipasti, gustosi primi piatti preparati al momento, ed una ricca scelta di secondi di carne e di pesce.
La qualità e la cura nella presentazione, rendono il tavolo dei desserts oggetto di particolare desiderio.
La comoda soluzione a buffet rende più gradevole la prima colazione e la cena, anche perché elimina le attese e consente a ciascuno di prepararsi un menù a suo piacimento potendo scegliere fra proposte sempre nuove e diverse.
Durante la sera, l’illuminazione della piscina arricchisce la suggestiva vista che si ammira dalla terrazza del bar, per un momento di grande relax e socializzazione, assaporando drinks e cocktail originali preparati dal talentuoso barman.
Che dire…non è il massimo dell’accessibilità ma viene voglie di tornarci, quindi…un motivo c’è…
Buone vacanze a tutti!
Il segreto del successo del nostro progetto è sicuramente racchiuso in una parola: condivisione. Una parola che spesso viene utilizzata ma troppo poco resa viva e vera, soprattutto in contesti come il nostro. Stiamo dimostrando quanto tutto risulti più semplice se ognuno di noi condivide ciò che ha dentro di se, parlo delle proprie esperienze, della propria quotidianità, delle proprie idee. Ci piace guardare ogni singola persona, non solo i gruppi, le categorie, ma i singoli che le formano.
Cosa significa Turismo Accessibile se poi non si parla di ciò che forma il Turismo: le persone! Sono loro che creano il Turismo e allora perché non conoscerle ad uno ad uno? Ecco quindi che iniziamo un lungo ma importante cammino verso questa conoscenza condivisa che siamo certi ci porterà molto materiale utile al nostro progetto e soprattutto aumenterà l’unione tra chi vive le stesse difficoltà, ricordandoci però come sottolineiamo spesso che non tutti i disabili sono uguali e per questo tutti vanno ascoltati.
Ecco quindi delle brevi interviste che pubblicheremo, semplici domande che ci avvicinano tra noi.
Fatta questa doverosa premessa, iniziamo subito dal grande amico Fabio Pir.!
Ecco la sua intervista:
– Fabio Pir.
– 31
– Motoria (SMA tipo I)
– Sposato
– Landriano un paese in provincia di Pavia. La mia casa è accessibile in quanto è a piano terra ed è sviluppata orizzontalmente.
– Vivo con mia moglie Laura, nostra figlia Andra (12 anni), mia madre e il nostro cane Baldo
– Utilizzo, quando ci sono i volontari del Servizio Civile UILDM Pavia, circa 3 ore al giorno ma non tutti i giorni.
– Con la carrozzina elettronica
– Non vado da solo ma o con i volontari del Servizio Civile UILDM Pavia o amici o famigliari…il mio è un paesino di 6000 anime
10. Ritieni la tua città accessibile?
– Sì, abbastanza
11. C’è un luogo (es. piazza, giardino, parco…) o struttura (bar, ristorante, negozio…) che vorresti rendere accessibile? Se si, indica quali.
– Aumentare l’accessibilità di qualche bar e della farmacia (un gradino per entrare, fattibile ma scomodo)
12. C’è qualche accessorio/strumento ideato per disabili che non sopporti? E quale vuoi fosse inventato?
– Ho capito che ogni ausilio ha la sua reale funzione, spesso non possiamo immaginare i livelli di gravità di alcune disabilità. Mi piacerebbe un esoscheletro per amplificare la forza residua. La cosa che però vorrei di più negli ausili e, anche in chi li utilizza, un po’ di discrezione.
13. Hai una vita sociale? Hai amici?
– Sì, non molti ma la cosa non la lego alla disabilità
14. Fai parte di un’associazione? Se si, quale?
– Sì, faccio parte di UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) per quanto riguarda il settore disabilità ma poi sono Socio fondatore di MusicalMente (associazione che promuove la cultura musicale)
15. Hai mai fatto un viaggio? Se si, dove sei andato?
– Parecchi: oltre ad aver visitato molti posti in Liguria, Lombardia, Toscana, Emilia, Trentino, Umbria, Campania e Sicilia, i viaggi intesi come tali sono stati in Austria (Graz-Vienna); la Francia: Alta Savoia, Provenza, Bretagna-Normandia-Finisterre e tutta la costa ovest atlantica.
16. Ti piacerebbe fare un viaggio? Se si, dove?
– Sì, posto che Parigi la vedrò quest’estate…un viaggio che programmerò è un Coast to Coast negli USA sulla route 66 e poi uno a Mosca
17. Esprimi in breve uno o più desideri…
– Lasciare il segno nelle persone e continuare ad essere rocker
NB:
Il cognome non è stato messo per intero tenendo conto della privacy ricordando che il materiale di questo sito è protetto da copyright e che la riproduzione senza richiesta allo staff, anche riproduzione parziale, è vietata.
La nostra amica reporter Simona Coppola ci racconta come in certi luoghi essere disabili diventa una vera e propria avventura, nel bene e nel male. Ecco il suo Viaggio in Egitto.
Sul delta del Nilo.
Palme da dattero a perdita d’occhio, minareti in lontananza e palazzoni moderni nei pressi del porto. Osservo il panorama dall’ultimo ponte della nave e non riesco ancora a credere ai miei occhi. Sono ad Alessandria d’Egitto! Ma è davvero questa la città leggendaria, dove riposano le spoglie mortali di Alessandro Magno, teatro suggestivo degli amori sventurati di Cleopatra e tempio di quella antica sapienza custodita nella Biblioteca, andata letteralmente in fumo secoli or sono? La sosta egiziana si risolverà in poco meno di 48 ore. E l’indomani sarà la giornata interamente dedicata all’escursione, per cui oggi resteremo sulla nave, giusto il tempo per acclimatarmi alle temperature del luogo, per l’appunto africane. Sono sul bordo della piscina, questa volta tutta per noi perchè il grosso della ciurma è sceso per le numerose gite in programma, a godermi un the freddo, il sole e la fresca brezzolina. Se domani il tempo e le condizioni climatiche saranno le medesime, credo che ce la farò a sopportare il viaggio le Piramidi! La sera, a tavola, sono tutt’orecchi. I nostri compagni di tavola sono scesi ed hanno visitato Alessandria. Mi aspetto racconti da mille e una notte ed invece raccolgo solo commenti deludenti. “C’è puzza ovunque! Da sentirsi male!”-“Poche cose da vedere e tutte di corsa!”-“Avete fatto bene a restare sulla nave!”. Resto un po’ allibita, a sentire i loro discorsi. Anche loro s’immaginavano un Egitto diverso. Spero che domani le mie attese per l’escusione tanto agognata non siano deluse!
Port Said.
Port Said un tempo era una delle più belle città dell’Egitto, strategicamente situata tra il Mediterraneo ed il Canale di Suez. Di quei palazzi dall’architettura elegante e ampie balconate, restano solo gli scheletri che portano i segni dei bombardamenti che la città ha subito in diverse occasioni, nel corso delle guerre contro Israele. L’ultimo conflitto causò tantissimi profughi, che si rifugiarono poi a Il Cairo. Il nostro pullmann percorre lentamente i viali che ci consentono di raggiungere l’autostrada mentre la guida parla e parla di date, battaglie e leader egiziani. Più osservo quei palazzi sventrati, cercando di ritrovare la loro bellezza di un tempo in tanta desolazione, più mi convinco della sporca inutilità dei conflitti bellici. Il pullman improvvisamente inizia a correre, segno che abbiamo imboccato l’autostrada. E la guida inizia il suo abile mercanteggiare. Un mercanteggiare che dura il tempo del nostro viaggio lungo il deserto tagliato a metà dalla strada asfaltata: ovunque sbirciassimo al di là dei finestrini potevamo vedere solo terra sassosa di colore giallastro, non le cinematografiche dune stile Laurence d’Arabia come invece ci aspettavamo. Però il nome della guida è da Mille e una notte: si chiama Alì e come ho già detto è un vero asso nel farci assistere ad una vera e propria ”televendita” di oggetti tipici e souvenirs efiziani . Nelle due ore di viaggio che ci separavano da Il Cairo ci propose a più riprese:
Alì andava avanti e indietro per lo stretto corridoio dell’autobus, con in una mano il prodotto in vendita e nell’altra una cartellina dove segnare i capi venduti. Dell’Egitto e della sua storia millenaria pochissime notizie: qualche riferimento all’attuale governo, scarse informazioni su faraoni e monumenti ancora in piedi.
Intanto l’autobus correva spedito, anzi a razzo, con i freni messi a dura prova dalle improvvise frenate, incurante delle auto e dei passanti… I passanti sull’autostrada? sembrerebbe una follia, ma in Egitto c’è l’usanza di attraversare l’autostrada come se fosse una via cittadina, perchè non esistono sottopassaggi o cavalcavia. A causa di questi attraversamenti gli incidenti sono all’ordine del giorno: all’andata ne ho contati almeno cinque. Arrivati a Il Cairo la guida spericolata del nostro autista non sembra avere un freno, anzi l’uomo al volante diventa ancora più eccitato dal traffico caotico e senza regole della città: il Codice Stradale non è rispettato, con sorpassi azzardati a destra e a sinistra, litigi in mezzo alla strada, frenate talmente brusche che i freni fischiano in modo assordante. Perfino Alì sbianca dalla paura!
Il Cairo.
Siamo nel traffico congestionato della capitale egiziana, Il Cairo. Più o meno tutti tiriamo un sospiro di sollievo perché i semafori costringono il nostro autista ad una andatura più rallentata. Perfino Alì riprende l’uso della parola, riaccende il microfono e inizia a descrivere il quartiere che vediamo dai finestrini: palazzoni moderni, poco ma curato verde pubblico. “Questa è la zona ovest della città quella moderna, dove c’è pura la residenza del nostro amato presidente!” Ma la zona che più colpisce l’immaginazione mia e quella degli altri turisti è la visione della Citta dei Morti: un esteso e antico agglomerato cimiteriale, utilizzato però dai vivi come loro dimora. Perché lì – spiega la guida – trovarono rifugio i profughi di Port Said dopo gli ultimi bombardamenti. E tu non puoi non restare impressionato al solo vedere quell’ammasso di casupole marrone scuro, cresciuto a dismisura in quell’area della città. L’autobus poi arriva finalmente dopo tre ore e passa di viaggio attraverso il deserto africano, alla parte antica de Il Cairo, la Cittadella del Saladino. Ora questa famosa Cittadella sorge, come tutte le roccaforti, su una collina ricca di storia e monumenti e moschee. Dopotutto a Il Cairo se ne contano più di mille e come potevamo non visitarne una? E così scendiamo per una veloce puntatina alla moschea turca, una delle più importanti della città.
Scendo sicura di me e della mia fedele stampella: mi hanno assicurato che la gita è a misura di disabile, voglio godermi questa giornata da egittomane! Ma, (come in tutte le storie c’è un ma) dopo nemmeno un paio di marciapiedi mi si para davanti il primo ostacolo: una scalinata! E la guida è già lassù, che declama la bellezza del monumento marmoreo, mentre io arranco passo dopo passo su quei gradini segnati dal tempo e sbrecciati in più punti!
Arrivata non so come in cima, mi avvicino ad Alì e mostrandogli la stampella gli dico, incavolata ma ancora col sorriso sulle labbra: ”per cortesia al ritorno facciamo un percorso alternativo? Per me le scale sono impegnative!”
“ok-ok” mi dice appena in un sussurro, proseguendo nella sua spiegazione. Fa caldo, maledettamente caldo. Tuttavia resisto perché le Piramidi sono lontane. Se mi lascio abbattere alla prima difficoltà, posso anche ritenere preclusa qualsiasi altra escursione! Perciò stringo i denti e vado avanti!
…vado avanti per modo di dire, perché il selciato in pessime condizioni mi fa inciampare malamente e cado come corpo morto cade (perdonatemi la citazione dantesca!) spaventandomi alquanto. Una bella caduta, magistrale, da stunt-man! Solo che le controfigure non si fanno un graffio, io invece resto a terra, nella polvere, col ginocchio sbucciato e senza fiato.
Accorre mio marito, che un secondo prima mi aveva vista all’in piedi, un secondo dopo spiaccicata al suolo. Accorre anche un’altra coppia di turisti in mio soccorso. Io mi rialzo, tranquillizzo tutti i presenti, e riprendo stoicamente la marcia verso la moschea, bramando un po’ di frescura e soprattutto una sedia.
Della guida, che avrebbe dovuto soccorrermi ed assistermi, nemmeno l’ombra.
La crociera sul Nilo.
Dell’interno della moschea ho un vago ricordo: enormi tappeti stesi per terra, un certo odorino di piedi sudati, ghirlande di lampade appese al soffitto. Più che ammirare il luogo di culto ero intenta ad osservare la stoffa del mio pantalone che proprio sul ginocchio, da beige cominciava a diventare rosso sangue. Sollevo con crescente preoccupazione la gamba del calzone ed osservo, nella penombra della moschea, lo scempio del ginocchio. E mi sale una rabbia, ma una rabbia! Perchè con me non ho nulla, nemmeno un cerottino, devo rimandare le medicazioni necessarie a quando risalirò sulla nave, in serata! Ma per fortuna esistono anche gli angeli custodi. Il mio personalissimo angelo custode si è presentato con le sembianze di una dolcissima mamma dall’accento toscano, anche lei crocerista come me. Sorridente e premurosa, dice che ha tutto il necessario per il pronto soccorso nello zaino, dal disinfettante al cerotto spray! La ringrazio infinite volte mentre mi dà una mano a medicarmi, fuori dalla moschea. Alì intanto prosegue nelle spiegazioni ignorando l’accaduto e poi facendo avviare il nostro gruppo verso l’uscita. Uscita cono sorpresa: perchè la guida completamente dimentica della promessa fattami all’andata, mi fa rifare lo stesso percorso, con tanto di scale! Scale che sono costretta a fare, per necessità altrmenti all’autobus come ci sarei arrivata? E le faccio con un misto di sofferenza fisica e morale, un senso di umiliazione e di inettitudine che lascia l’amaro in bocca. Vai a fidarsi dei tour operator!
Per fortuna ho accanto a me mio marito che vigila ogni mio singolo passo ed alla fine riusciamo a raggiungere il pullmann senza ulteriori sorprese…“Adesso, signore e signori, stiamo per raggiungere il fiume Nilo per la vostra crociera sul battello, con pranzo e spettacolo dal vivo!” Alì, col microfono in mano si pavoneggia per l’andamento della gita “Tutto in perfetto orario! Dopo il Nilo vedremo finalmente le Piramidi e infine vi riporterò di nuovo sulla nave!” Sul molo un battello dalle enormi vetrate attende il nostro arrivo. Arrivo come al solito condito dall’ennesima scalinata sia esterna che interna (comincio seriamente a pensare di essere stata truffata, perchè sul depliant c’era scritto a chiare lette che l’escursione era garantita ai disabili motori!) che devo fare per forza di cose! Il battello inizia la navigazione sulle acque millenarie del Nilo, mentre tutti i turisti si accomodano nella sala a nostra disposizione, dove c’è anche un buffet con specialità tipiche egiziane. Dai vetri godiamo del paesaggio nilotico, rinfrescandoci con acqua rigorosamente in bottiglia e scattando foto ricordo. Il benvenuto a bordo ce lo dà un band vestita all’occidentale, che diffonde le prime strofe di Hotel California!
Non riesco a credere alle mie orecchie! Hotel California sulle sponde del Nilo, quando si dice la globalizzazione! Intanto il battello prosegue il suo viaggio mollemente sulle acque del Nilo, mentre i turisti affamati si precipitano sulle specialità egiziane. Improvvisamente la musica cambia e compare al centro della sala una giovane e bellissima donna vestita come un’odalisca peccaminosa, che fa ondeggiare languidamente il suo ventre attirando gli sguardi di tutti i presenti! inutile dire che il suo show riscuote un enorme successo, con richieste di bis da parte del pubblico affascinato dalle sue movenze, bis purtroppo non effettuato perchè la danzatrice doveva dare spazio (ah! il tempo era tiranno!) al successivo spettacolo: viene infatti sostituita da uno pseudo derviscio roteante, che gira forsennatamente su se stesso, facendo gonfiare il suo costume multicolore, accompagnato da una musica tribale. Gira anche tra i tavoli, coinvolgendo il gruppo e facendosi scattare numerossissime foto. Intanto la crociera sul Nilo è quasi giunta al termine: dalle vetrate avvistiamo nuovamente il molo dal quale siamo partiti, mentre i camerieri si affrettano a sgomberare i tavoli e riordinare la sale. pazientemente in fila indiana lungo la scala del battello ritorniamo al pullmann verso la nostra prossima tappa: le Piramidi!
All’ombra delle Piramidi.
Il primo ad avvistarle, al di là del parabrezza azzurrino dell’autobus, fu mio marito. Improvvisamente il loro millenario ed inconfondibile profilo si stagliava di netto contro l’orizzonte. Vederle ed esclamare :”Le Piramidi! Le Piramidi!” fu un tutt’uno e grazie a quel richiamo gli altri partecipanti all’escursione si affrettarono, fotocamera alla mano, a seguire beatamente con lo sguardo l’indice puntato del maritozzo.
Emozionati e felici come bambini, eravamo talmente impazienti di raggiungere le Piramidi che quasi non ci accorgevamo delle frenate brusche dell’autista, delle acque limacciose del Nilo e delle povere case con i mattoni a vista. Alì intanto forniva scarne informazioni sul sito che stavamo per raggiungere :”Cheope, Chefren, Micerino tutti parenti. A scoprire la camera sepolcrale del faraone Cheope fu un italiano, un certo Belzoni” commento sprezzante “la solita fortuna degli avventurieri italiani!”.
Avevo per mia fortuna portato con me un vecchio libro tascabile sull’Egitto, che risolse a me e agli altri viaggiatori numerosi dubbi sulle Piramidi, mentre Alì pensava alla fortuna sfacciata del Belzoni. “Arriveremo prima alla spianata, dove è possibile vedere il panorama dall’alto, poi scenderemo verso le Piramidi. Anche lì potete scendere per una foto ricordo e per toccare da vicino il granito, con cui sono fatti i cubi delle Piramidi”. Si sentiva dalla voce che Alì era stanco ed assonnato, forse anche a causa della pausa-pranzo nilotica alla quale aveva partecipato. Arrivati al primo parcheggio panoramico, la maggior parte dei turisti scese dal pullmann, per risalire dopo pochi minuti zuppi di sudore (persino i capelli!) ed il viso stravolto dal caldo. Per quanto mi riguarda, ero rimasta prudentemente all’interno dell’autobus, protetta dall’aria condizionata, a rimirare le Piramidi dal finestrino. Maestose, imponenti non c’è che dire. Dopo tanti anni di studio, vederle così da vicino è una soddisfazione personale. D’altra parte ho potuto, con questa escursione, eliminare il più piccolo dubbio che ancora aleggiava nella mia mente sul “mestiere dell’archeologa”: troppo massacrante resistere a quelle temperature africane! Di conseguenza non riuscivo più ad immaginarmi sotto un sole impietoso, a sudare sette camicie per riportare alla luce i resti di un glorioso passato…Mentre rimuginavo tra me e me, tornavano alla spicciolata sul pullmann i turisti più avventurosi di me, avendo dovuto affrontare l’assalto dei beduini, dei cammellieri e dei cammelli, in cerca di affari. Mio marito era sceso con il manipolo di turisti, per scattare qualche foto; risalì con un espressione che non dimenticherò – tra lo stupore e la soddisfazione. “Il posto merita, ma bisogna stare attenti ai beduini!” In effetti Alì era stato chiaro riguardo la sosta alle Piramidi, soprattutto sull’insistenza dei beduini.
L’autobus, una volta riempitosi, riprende la strada panoramica: costeggiamo una ad una le Piramidi e raggiungiamo la Sfinge accoccolata nei pressi.”Benebenebene” esordisce Alì “chi vuole può scendere e scattare qualche altra foto alla Sfinge, poi raggiungerete l’autobus a piedi al parcheggio, perchè non può sostare in questo punto.Ci vediamo là tra un quarto d’ora!” Alcuni turisti, non paghi delle foto precedenti e della calura sopportata, riscendono per ulteriori scatti digitali. E male fecero perchè il tragitto verso il parcheggio, alle due del pomeriggio e superati i 40°, fu parecchio pesante, mentre la Sfinge sogghignava enigmaticamente ed Alì si godeva furbescamente della frescura dell’aria condizionata dell’autobus.
In conclusione.
Dopo l’avventura egizia, la nave salpò verso nuovi ed entusiasmanti approdi. Ma, il segno indelebile dell’Egitto sulla mia pelle – leggi: ginocchio devastato da una caduta rovinosa – dicevo, quel segno indelebile contribuì a non farmi gioire appieno del successivo scalo. Impossibilitata a muovermi, restai in cabina mentre il marito scese a terra avendo pagato l’escursione e non potendo essere rimborsato…Per cui, il mio saggio consiglio è quello di verificare quanto siano realmente adatte ad un pubblico disabile le escursioni programmate da qualsiasi tour operator, perchè non basta una brochure carina a far sembrare tutto fattibile. Si ha bisogno di guide turistiche all’altezza del compito, di percorsi mirati ed alternativi, di kit di primo soccorso a portata di mano, perché non si sa mai! Questo è quello che posso dire a chiare lettere attraverso la mia personalissima esperienza su una nave da crociera dalle ottime credenziali, almeno al momento della prenotazione del viaggio.