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Mirabilandia replica a Donato sull’accessibilità alle persone con disabilità

30
Luglio

Ravenna, 27 luglio 2022 – Siamo sorpresi e dispiaciuti da quanto riportato nella lettera inviata al vostro sito, anche perché il Parco di Mirabilandia ospita annualmente centinaia di famiglie con persone diversamente abili tra i propri componenti senza aver mai ricevuto simili critiche.

La fruizione delle proprie attrazioni da parte di ospiti con disabilità è, per il Parco di Mirabilandia, oggetto di attenzione da molto tempo ed è per questo che da alcuni anni è parte attiva di un gruppo di lavoro, coordinato da EAASI – Associazione Europea dei Costruttori di Attrazioni.

Il Parco ha realizzato la propria Guida all’accessibilità che tiene conto sia delle raccomandazioni per l’accessibilità ai parchi divertimento contenute nel progetto “una giostra per tutti” e pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, sia delle norme d’uso inderogabili indicate dal costruttore dell’attrazione. La guida è disponibile per la consultazione antecedente all’ingresso al Parco sul sito internet ed inoltre, alle biglietterie, viene consegnata in forma cartacea nelle sue parti essenziali.  

Il nostro progetto, nato dalla collaborazione e consulenza dell’Ass.ne Letizia di Ravenna con cui si sono analizzate nel concreto le tematiche legate all’accessibilità delle attrazioni e del Parco nella sua globalità, prevede la consegna di un braccialetto gratuito per la persona con disabilità ed ai propri accompagnatori, che permette di fruire del servizio di flash pass con accesso alle attrazioni attraverso gli appositi e specifici ingressi.

La Direzione è sempre disponibile ad accogliere i suggerimenti ed i consigli che provengono dalle famiglie e associazioni anche perché non è semplice poter sempre assecondare e prevedere le aspettative degli ospiti, che spesso ignorano le specificità di un Parco, così complesso ed ampio come quello di Mirabilandia.

Per informazioni e calendario: mirabilandia.it

Mirabilandia

850.000 mq, 46 attrazioni, 6 aree tematiche, show, punti ristoro, negozi e photocall. Con questi numeri Mirabilandia è il più grande parco divertimenti in Italia che quest’anno festeggia i suoi primi 30 anni. Dall’apertura del 1992 a oggi ha continuamente aggiornato la sua offerta con attrazioni nuove, sempre uniche e diverse, per coinvolgere famiglie con bambini, ma anche giovani e adulti spericolati. Le tecnologie all’avanguardia rendono il Parco da Guinness dei primati: iSpeed il più alto e veloce launch coaster in Italia, Katun il più lungo inverted coaster in Europa, Divertical è il più alto water coaster al mondo ed Eurowheel, con i suoi 90 metri, è la seconda ruota panoramica più alta del continente. Il 2019 è stato l’anno di Ducati World: 35.000 mq completamente trasformati per accogliere la prima area tematica al mondo ispirata a un brand motociclistico. Nel 2014 è stata inaugurata Dinoland, la più vasta area presente in un parco divertimenti dedicata al mondo dei dinosauri. Il mondo dei cowboy è arrivato nel 2016 con la Far West Valley, completamente in stile old west e adatta a tutta la famiglia. Molto amato e seguito anche il programma degli show che propone, tra gli altri, “Hot Wheels City – La nuova sfida”, il più acclamato stunt show d’Europa, con il loop mobile più alto, 18 metri di altezza, mai eseguito prima in un parco divertimenti. Accanto a Mirabilandia nel 2003 è nato Mirabeach, un Parco acquatico in stile caraibico con sabbia bianchissima e una laguna cristallina che concilia relax e divertimento. Nel 2018 l’area è stata ampliata con ulteriori 20.000 mq, in cui sono ospitati 6 emozionanti scivoli, un’esclusiva area Vip e una piscina a onde di 2.000 mq.

ndr. la lettera risponde a questo articolo: http://www.diversamenteagibile.it/mirabilandia-i-disabili-non-sono-graditi/


Mirabilandia: i disabili non sono graditi

24
Luglio

Che squallore, quanta delusione.

Una giornata da dimenticare, una giornata che poteva essere un momento di distrazione, di divertimento, di svago si è trasformata in una giornata nella quale l’amarezza ha avuto il sopravvento.

Ci rechiamo nel parco divertimenti “Mirabilandia” in provincia di Ravenna, subito appena entrati nel parco osserviamo che NESSUNA attrazione è, di fatto, accessibile per chi come me si trova a dover utilizzare una sedia a rotelle.

Sebbene alcune attrazioni siano dichiarate sulla carta idonee, non lo sono nei fatti, ostacoli e impedimenti di vario tipo sembrano essere stati inseriti ad arte allo scopo impedirne l’accesso a chiunque si trovi in condizioni di mobilità ridotta.

Le motivazioni addotte sono davvero fantasiose e pittoresche, “in caso di incidente è necessario essere in grado di evacuare in autonomia”, “il posizionamento sull’attrazione deve avvenire autonomamente”.

Sentire queste affermazioni nel terzo millennio fa restare esterrefatti, per estensione un disabile non potrebbe viaggiare in treno, in aereo, in auto, partecipare ad una manifestazione pubblica o ad un concerto, un ipotetico tumulto ne impedirebbe l’evacuazione in sicurezza, una mobilità ridotta provoca certamente una attenzione e una gestione mirata, ma non deve essere questa, da sola, la causa di emarginazione e di esclusione da qualsivoglia evento.

Quanto sarebbe un segno di civiltà eliminare, per quanto possibile, quegli ostacoli fatti di dislivelli, gradini, barriere varie, la disponibilità di un tutor per favorire la fruizione dei vari servizi e attrazioni, invece ci troviamo di fronte a una gestione distratta, miope e probabilmente attenta solo al business così da allontanare quanti andrebbero a rallentarne la corsa.

A cosa serve offrire gratuitamente il biglietto di ingresso, se poi si devono subire queste umiliazioni, sarebbe stato più coerente apporre un cartello del tipo: “qui la tua presenza non è gradita”, ma per fare questo sarebbero necessari gli “attributi”.

L’attività umana moltissime volte è in grado di fare meraviglie, qualche volta, però, fa disastri.

Inviato da:

Donato GRECO

La replica di Mirabilandia:

http://www.diversamenteagibile.it/mirabilandia-replica-a-donato-sullaccessibilita-a-persone-con-disabilita/


RACCONTO DI UN VIAGGIO SU ALTRE RUOTE

24
Marzo

Oggi mi trovo a raccontare un’esperienza nuova, bellissima, pratica ed utile che ho avuto la fortuna di provare: un viaggio su una bici per disabili!

Foto della bicicletta per disabili

Ma facciamo un passo indietro, mi chiamo Emanuele, ho 24 anni e ho una tetraparesi spastica dalla nascita; questa patologia ha inevitabilmente limitato di molto la mia vita quotidiana e molto spesso indipendentemente dalla mia volontà e dal desiderio di andare oltre… spesso infatti sono state le barriere architettoniche e la mancanza di servizi che aiutassero a superarle o a renderle più lievi a costringermi a frenare.

È qui che entra in gioco SU ALTRE RUOTE! Si tratta di un servizio nuovo, pensato da Alessandro (un ragazzo giovane, intraprendente e pieno di voglia di fare), che permette a persone in carrozzina di girare per Milano a bordo di una bici in tutta sicurezza! 

Si tratta più nello specifico di una bicicletta con una pedana su cui viene fissata la carrozzina col passeggero tramite ganci e cinture di sicurezza; il passeggero durante il viaggio rimarrà comodo e saldo (ah, ovviamente stando in senso di marcia) mentre il suo ciclista personale lo porterà dove desidera, permettendogli così di svolgere commissioni o di fare una bella passineggiata.

Questo è un servizio vincente! Sono rimasto piacevolmente colpito dal personale, attento e disponibile; dalla sicurezza della bici (nelle curve, nei piccoli imprevisti es. buche il mezzo è sempre stato stabile); dal fatto che viaggiando così si preserva l’ambiente dall’inquinamento, oltre al non trascurabile dettaglio che si è liberi di scoprire angoli e chicche di Milano che muovendosi con altri mezzi si perderebbero! 

Tutto ciò è condito dall’adrenalina che un viaggio in bici conferisce, se poi (come è capitato a me) hai come compagna di viaggio un’ariettina frizzante sei davvero in pace col mondo.

Che altro aggiungere? Non vi resta che provare! Vi lascio qui sotto costi, tariffe e contatti e… BUON VIAGGIO!!

TARIFFE

CORSA SINGOLA: € 10

CORSA SINGOLA LUNGA: € 20

GIORNALIERO € 80

MEZZA GIORNATA € 50

ABBONAMENTI MENSILI A PARTIRE DA € 250

CONTATTI

INSTAGRAM: @su_altre_ruote

Cell. 333 439 5946


La lotta continua tra disabili e autobus

5
20
Luglio

autobus disabili

Mi chiamo Maddalena, ho 29 anni, e a causa di una malattia neuromuscolare degenerativa sono su di una sedia a rotelle da diverso tempo. Di solito uso la mia sedia a motore, e così riesco ad andare al lavoro da sola, e a girare giorno e notte quanto mi pare e piace.

Proprio al ritorno da uno di questi miei giri per la città ho conosciuto una ragazza straordinaria, Felicité, come me disabile, che pure si muove con una sedia a motore. E’ stato una specie di “colpo di fulmine”! Entrambe eravamo sulla via di casa; ci siam viste da lontano; ci siamo squadrate (un po’ come nei film western prima di un duello…); ci siamo stupite della presenza di un altro essere umano in sedia a motore, in giro per le strade di Brescia; infine, credo di poter dire che entrambe morissimo dalla voglia di parlarci! Alla fine io ero quasi alla porta d’ingresso, quando decisi di tornare sui miei passi (per così dire 🙂 ) e di avvicinarmi a Felicité, che, accompagnata da un’amica, s’era saggiamente appostata a 10 metri da me, aspettando solo che le rivolgessi la parola.

Insomma, non la faccio lunga: ci siam presentate,  e paradossalmente scoprimmo di conoscerci già, almeno “ per sentito dire”. Entrambe infatti siamo state aiutate dalla stessa equipe di professionisti, il CTVAI (Centro Territoriale per la Vita Autonoma e Indipendente- ente GRANDIOSO che colgo qui l’occasione di ringraziare per averci permesso di costruire la nostra vita in autonomia!!).

Et bien, il tempo di un sorriso, di una stretta di mano, ed eravamo già amiche per la pelle!Nonostante all’apparenza sembriamo molto diverse- lei scura scura, viene dal Chad, io bianca abbagliante, bresciana- da subito ci siam rese conto che qualcosa di profondo e di vero ci unisce.

Ora Felicité è qui accanto a me. Abbiamo scoperto infatti di essere vicine di casa, e così ogni tanto lei passa a trovarmi.

Tra una chiacchiera e l’altra, un sorso d’acqua ghiacciata per rinfrescarsi dall’arsura di questi giorni, e una cucchiaiata di budino al cioccolato, ho ascoltato le sue disavventure. In molte mi sono riconosciuta, inutile dirlo, ma alcune storie mi hanno davvero sconvolta e sconcertata. Perciò ho deciso di prestarle la mia “penna”, e di darle voce in questa denuncia.

Felicité si muove quando può con l’accabus. Si tratta di un servizio di autobus solo per disabili residenti nel comune di Brescia (cosa che secondo me è ghettizzante), che però funziona solo in certi orari, e spesso costringe ad aspettare molto tempo perché si devono incastrare le richieste di molte persone. Quando l’accabus non c’è si prendono gli autobus di linea. E qui nascono i problemi.

La mia amica del Chad mi ha raccontato che una volta, sulla linea 3, il conducente s’è rifiutato di farla salire sul bus, insultandola, dicendole che LEI E LA SUA SEDIA A MOTORE PESAVANO TROPPO,  e di NON ROMPERE I COGLIONI. Altre volte, in situazioni simili, l’autista non ha voluto aiutare Felicité ad aprire la rampa per accedere al mezzo, nonostante si tratti di un dito!! Tanto basta, un dito, per aprire la parte superiore della rampa, fatta a portafoglio, che si va ad appoggiare sul marciapiede.

Come se non bastasse, cosa che mi ha amareggiata ancor di più, nessuno degli altri passeggeri sull’autobus in nessuna delle situazioni di cui sopra si è mai offerto di dare una mano.

CHE SCHIFO!

Se Felicité non è accompagnata dalla sua amica Sabine 9 VOLTE SU 10 NON PRENDE L’AUTOBUS!! O deve aspettare in grazia di trovare un autista più gentile , di solito donna, che le fa “il favore” di farla salire sul bus. Come se non fosse suo diritto…

Ancora, se sulla vettura c’è già una sedia a rotelle, Felicité non può salire. Le è stato detto, in malo modo, che c’è posto per un solo disabile. E che non rompesse le scatole, ancora una volta.

E’ questa l’Italia che vogliamo?

Io stessa posso raccontare di simili disavventure che farebbero vergognare Trenitalia, ATM  (l’azienda trasporti milanesi), Trenord. Sono stata 5 giorni a Milano per un seminario di teatro. Seminario stupendo; muoversi a Milano un incubo. Mentre le persone “normali” possono prendere treni e metropolitane all’ultimo minuto, io per Trenitalia devo prenotare 24 ore prima, per Trenord addirittura 48 ore in anticipo. Per cosa poi? La mia prenotazione con Trenitalia del ritorno sparì misteriosamente, e dovettero rifarmela (SENZA DISGUIDI DI SORTA) last minute in Stazione Centrale a Milano, domenica sera, per il rientro a Brescia. Quanto a Trenord, l’unica volta che prenotai, l’addetto all’assistenza disabili non fu in grado di aprire la rampa d’accesso al vagone, né le porte d’uscita, all’arrivo in stazione. Per quest’aiuto devo chiamare 48 ore prima? Mi son sempre arrangiata molto meglio da sola. Come per chiunque, mi è difficile pianificare con esattezza le mie giornate, e la mia vita- voglio darmi la possibilità di prendere un aperitivo all’ultimo minuto con amici, o di andare al cinema, o di cambiare programmi senza avere l’angoscia di un treno che ti aspetta… Basterebbe tanto poco: segnalare sui tabelloni, anche di giorno in giorno, quali mezzi sono accessibili.

Ancora, una sera chiamai il centralino ATM per avere informazioni sull’accessibilità di un tratto della linea gialla della metropolitana, Affori Nord- Stazione Centrale. Per tutta risposta mi dissero di CHIAMARE LA MATTINA DOPO, appena prima di prendere la metro, perché poteva essere che se anche il montascale in questione la sera funzionava, di notte ci sarebbe potuto essere un guasto. Si sa mai… grrrrrrrrrrrrrr…

Infine, presa la tanto agognata metro, il montascale non lo trovo, perché le indicazioni fanno schifo. Chiamo un addetto, che chiama un suo superiore “così coglie l’occasione per fargli vedere come funziona il montascale”. Il tale, di grado superiore, mi chiede quanto pesiamo, io e carrozzina: “Perché sa, questi montascale li hanno costruiti quando ancora non c’erano queste COSE TECNOLOGICHE” (riferendosi alla mia sedia a motore)… Poi mentre io salgo lentamente la rampa di scale, sul montacarichi, il “superiore” anziché dare una mano alla mia assistente e al collega pieni zeppi di bagagli, mi sta accanto e osserva, accertandosi che il montascale non dia segni di fatica…

E ancora potrei scrivere tutta notte di altre storie, più o meno simili, più o meno spiacevoli, più o meno umilianti. Ma mi fermo qui. Spero soltanto di aver suscitato un po’ della vostra indignazione.

Seduti su una sedia a rotelle, a motore o manuale, rimaniamo sempre e soprattutto PERSONE,  e come tali chiediamo di essere trattate.

Conlcudo, anzi concludiamo, con una proposta: un corso di formazione per tutti i dipendenti delle aziende di trasporto pubblico, per sensibilizzare alla disabilità. Una settimana di viaggio IN  CARROZZINA, nessuno escluso. Io mi offro per prestarvi la mia.

Grazie dell’attenzione

Felicité Toubemne e Maddalena Botta


Santa Marinella: manifestazione Handy … Amo A Vela.

15
Ottobre

SANTA MARINELLA 1 e 2 ottobre 2011

Nei giorni 1 e 2 ottobre ’11 siamo stati invitati a Santa Marinella (RM) per la manifestazione “HANDY…AMO A VELA”. Abbiamo prenotato una camera nell’Hotel Le NAJADI, con vista mare da favola (vedere le foto).

L’ingresso presenta 3 scalini a scendere e 8 scalini a salire per raggiungere l’Ascensore. L’organizzazione ha messo due pedane, una per scendere e l’altra per salire. Una volta fatte queste due rampe in legno (molto ripide ci vuole un aiuto), si prende l’ascensore -1 per andare nella terrazza dove si fa colazione e d’estate vengono messi gli ombrelloni e lettini. Paesaggio incantevole, acqua pulita. Chi ha difficoltà di movimento non si faccia venire in mente di fare un bagno in mare perché ci sono alcuni scalini e senza aiuto è impossibile!

Quando si riprende l’ascensore per raggiungere le camere, fate attenzione perché a pochi cm ci sono le scale! Una volta entrati in camera, a parte i mobili che fanno cagare, troppo vecchi, si raggiunge il bagno e qui aumentano le difficoltà, la larghezza della porta è di circa 50 cm e si apre verso l’interno e porta via altro spazio e non si entra con la carrozzina, il piatto doccia è a pavimento, senza sedia e corrimano.

Dopo aver fatto una descrizione dell’albergo, che grazie all’organizzazione della manifestazione che ha messo a proprie spese le 2 pedane che ho raccontato prima, inizio a raccontarvi il ns. tour nella cittadina balneare molto conosciuta.

La mattina del 1 ottobre ’11 dopo aver fatto un’abbondante colazione sulla terrazza dell’hotel con vista mozzafiato, ci rechiamo con il pulmino dell’organizzazione sul porticciolo per iscriversi alla regata. Dopo aver fatto questo, con alcuni amici in carrozzina decidiamo di fare un gita nel paese. Per uscire dal porto c’è un salita ripida e con l’aiuto di amici e volontari riusciamo a farla. Dopo un breve tratto in piano e in discesa troviamo un’altra salita, siamo costretti a viaggiare in mezzo di strada perché gli scivoli non sono per niente accessibili! Dopo circa 1 km ci troviamo davanti ad una terrazza sul mare. Qui troviamo il primo ed unico scivolo che si può fare senza aiuto! Ammiriamo il panorama dell’unica spiaggia pubblica, la giornata è fantastica tant’è vero qualcuno fa anche il bagno. (foto)

Ci viene la voglia di andare in spiaggia ed allora proviamo a cercare un varco, prova a dx e prova a sn, andiamo avanti. Ma inutilmente perché le uniche vie d’accesso alla spiaggia hanno le scale, incredibile ma vero! Mentre siamo sulla terrazza io, da buon toscanaccio comincio a chiedere alle persone che passano se c’è un’altra via, senza scale, per raggiungere la spiaggia e tutti mi rispondono di no. Allora dico:

“Ma in questa città sono tutti sani? La donne non partoriscono mai? I bimbi piccoli vengono portati in giro in spalla?

Il giorno dopo, al termine della regata, mi avvicino all’Assessore ai servizi sociali e gli chiedo:

“ma non avete uno con le ruote che vi rompe le palle sulle B.A.? Ma è possibile che in questo paese scoppiano tutti di salute?”

L’Assessore dopo avermi ascoltato mi dice che neanche il Comune è senza Barriere Architettoniche, incredibile ma vero!

Quindi S. Marinella NON è accessibile alle persone in Carrozzina, se volete visitarla organizzatevi con degli accompagnatori!

Infatti Noi torneremo il prossimo anno quando ci sarà la regata “Handy… Amo a vela” perché l’organizzazione è perfetta nonostante le difficoltà del posto.

Ghisaura Raffaello

Santa Marinella


Genova: quando studiare diventa difficile

1
3
Ottobre

Tutto è iniziato a gennaio, quando ai disabili universitari genovesi è stata recapitata una lettera che comunicava che il servizio di trasporto per la facoltà sarebbe stato sostituito da un contributo economico (per altro irrisorio e assolutamente insufficiente a pagarsi un taxi da casa in facoltà e viceversa:  per il mio tragitto sono circa 30-35 euro al giorno, fate voi il conto di quanto viene al mese). E’ quindi partita la protesta, con un gruppo su facebook, vari articoli sui giornali e un servizio in tv.

Grazie a questa protesta abbiamo ottenuto inizialmente la proroga di un mese del servizio, fino ad agosto 2011, e successivamente la possibilità di avere il trasporto, soddisfacendo i requisiti di reddito e di crediti universitari.

Una storia a lieto fine? Non proprio.

Ci è stata negata la possibilità di andare in facoltà per studiare o per andare in biblioteca. Ci è concesso il trasporto solo per lezioni ed esami (i mesi di lezioni sono 5-6, per il resto del tempo  uno dovrebbe starsene in casa a studiare da solo); per tutto settembre, per poter studiare in facoltà coi miei compagni, ho chiesto passaggi ad amici, ma ovviamente spesso e volentieri me ne sono dovuta rimanere a casa. Lo studio in gruppo non è solo un vezzo, ma , in particolare per gli esami orali, per i quali è importante ripetere, è quasi una necessità.

Prima il trasporto era a chiamata, cioè come un taxi normale si chiamava nel momento in cui si aveva bisogno, benché  con la limitazione di due corse giornaliere e con la possibilità di andare solo a uno o due indirizzi massimo, cosa non molto comoda, dato che spesso in facoltà ci si muove tra i vari poli. Ora è diventato a programmazione, cioè vanno comunicati precedentemente tutti gli orari e il taxi viene mandato ad orari stabiliti.

Ora, spiegatemi voi come fa un universitario a programmare i suoi orari. Quante volte un prof. dice “ragazzi, si inizia mezz’ora prima e si finisce mezz’ora prima”? E quante volte ancora i prof. si dilungano nelle spiegazioni? Cosa dovremmo fare, andarcene e perdere un pezzo di lezione? PERCHE’?

Quando abbiamo un esame, come facciamo a programmare a che ora ci interrogheranno? Con la sfera di cristallo?

Più banalmente, siamo esseri umani, può esserci la volta che ti fermi a parlare con un compagno, per gli appunti o semplicemente (che scandalo) per una chiaccherata. E adesso non si può più, non si può più perché ci sarà il tassista ad aspettare.

E’ questo che ti rende davvero diverso, non poter gestire la tua vita a vent’anni, non poter concedersi il lusso di andare in facoltà “solo” per studiare e per stare coi tuoi amici.

Significa di fatto togliere la libertà, e con questa anche la dignità. Dover chiedere a testa bassa di poter STUDIARE è quanto di più vergognoso possa accadere.

La vita di uno studente disabile è già di per sé una lotta quotidiana, fatta di le barriere architettoniche ovunque,  dolori che rendono faticoso lo studio, tempo perso per visite, esami e operazioni, senza dover esser gravata di ulteriori (inutili) pesi:

Sono entrata a Medicina, 189esima su 1200 persone che hanno provato, sono in pari con gli esami, nonostante tutte le difficoltà e il tempo perso in giro per ospedali: credo di fare il mio dovere, e di avere anche qualche diritto.

Diritto di una vita il più serena possibile in università. Diritto di non vivere con l’ansia degli orari, dei taxisti in ritardo o che non arrivano, o che non ti trovano. Diritto di andare a studiare in facoltà con i miei compagni, come fanno TUTTI gli studenti. Diritto di non dover lottare per qualcosa che mi sarebbe dovuto.

Non so se queste mie parole verranno ascoltate da qualcuno, non so se mai ci si prenderà la briga di pensare i servizi PER le persone che hanno delle difficoltà e non CONTRO di loro (non è difficile, basterebbe un po’ di ascolto e buona volontà).

Quel che so è non voglio far finta di niente e che mi sono stancata di continuare ad aspettare che (forse) prima o poi le cose cambino.

Tra qualche giorno iniziano le lezioni: sarebbe bello se, come tutti, potessi preoccuparmi solo di libri ed esami.

Lucia Massolo

“Gli Stati Parti alla presente Convenzione riconoscono il diritto di tutte le

persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta

delle altre persone, e adottano misure efficaci ed adeguate al fine di

facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale

diritto e la loro piena integrazione e partecipazione nella società, anche

assicurando che:

i servizi e le strutture sociali destinate a tutta la popolazione siano

messe a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone

con disabilità e siano adattate ai loro bisogni”

(Convenzione  delle Nazioni Unite sui diritti delle persone  con disabilità)

Gruppo su facebook:

http://www.facebook.com/groups/120781414658472/

Alcuni articoli su di noi: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/blog/grubrica.asp?ID_blog=211&ID_articolo=263&ID_sezione=466&sezione

http://www.disablog.it/2011/02/02/studenti-disabili-protestano-tagliati-fondi-trasporti/

Servizio alla tv:

http://www.primocanale.it/viewvideo.php?id=37321

http://www.facebook.com/photo.php?v=1664420888489


Caiazzo: una cittadina anti disabili

1
23
Settembre

Caiazzo ( CE ) Oggi Martedì 20 Settembre 2011, sono uscito da solo!! Potrebbe sembrare il diario di un adolescente, che ricorda la sua prima uscita senza i genitori, ma non è così, io ho provato una sensazione molto piu’ grande e intensa, la libertà !!!

Qualcuno mi ha aiutato a mettere la mia carrozzina in macchina, la mia bat-mobile è adattata alle mie esigenze, rispettando le direttive sulla circolazione dei disabili, in piu’ io sono in possesso di patente speciale B.S., quindi dopo mesi di clausura, mi sono diretto in piazza, ho parcheggiato e immediatamente una persona gentilissima, mi ha aiutato a scendere la carrozzina. Ho tentato a fare un giretto di prova, ma Caiazzo ( CE ) è lo schifo dello schifo che un disabile in carrozzina possa mai sognare, pavimentazione spaventosamente e pericolosamente sconnessa, colui che ha ideato i marciapiedi di Caiazzo, meriterebbe di passare una decina di minuti sulla sedia a rotelle, per tentare di capirci qualcosina, le discese obbligatorie per il transito disabili, non sono ovunque, quindi per scendere bisogna chiedere aiuto!!

Pali della luce o della segnaletica che restringono i marciapiedi impedendo il passaggio, non c’è un solo negozio che abbia una salitina di accessibilità, non c’è un solo studio medico adeguato ad accogliere disabili, senza poi parlare dell’inaccessibile centro storico, inaccessibili treno e bus, insomma un paese studiato appositamente per allontanare i disabili in carrozzina, sono anni e anni e le amministrazioni che si sono succedute, nessuno, ripeto nessuno a mai pensato a rendere questo paese accessibile !!

Cosa devo pensare, una forma di disabili fobia, razzismo nei confronti di coloro che non possono camminare liberamente ? Io non vorrei arrivare a pensare queste cose orribili, ma certamente qualcosa non funziona in questo paese, che qualcuno ebbe la brillante idea di soprannominare “cittadina del buon vivere” ma quale cavolo di buon vivere !

Non esiste un solo angolo di questo paese, studiato con testa e cuore che possa permettere ai diversabili di fare una passeggiata, senza il rischio di capovolgersi e rompersi l’osso del collo !!

Mi rivolgo agli amministratori che continuano a fare orecchie da mercante,vi rendete conto di tutto ciò ? Risulta veritiero il mio sfogo, oppure sto dando di matto ? Naturalmente non avete provveduto a fare niente in tutti questi anni, figuriamoci adesso che l’Italia sta spofondando nella cacca ! Ma ricordatevi bene cari amministratoruncoli, le brutte notizie stanno sempre dietro l’angolo, chissà che uno di questi giorni, non incontri uno di voi sulla sedia a rotelle !!!!!!

(ndr)

Questo è lo sfogo di un nostro lettore. Ci auguriamo in una risposta dell’amministrazione di Caiazzo.


Il video del funerale dei disabili

1
Settembre

Il titolo può sembrare macabro e che riporti a situazioni molto dolorose. Per fortuna il termine “funerale” non è inteso nel significato stretto della parola, ma la motivazione di questo video è comunque grave. Si parla delle manovre del Governo ed i tagli che ne stanno uscendo. E’ stato deciso quindi questa forma forte di protesta contro i tagli a tutto il mondo della disabilità, dall’assistenza, alle strutture, etc.

Ecco quindi il ” Funerale dei Disabili ” inscenato a Pescara. Vediamo il video e sentiamo le interviste:


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“Diversamente Agibile” nasce dal presupposto che nessuno meglio di chi ne usufruisce può recensire un servizio.

In questo caso si parla di accessibilità a strutture e attrazioni turistiche in genere (hotel, bar e ristoranti, musei, ecc...).

Ecco l'idea creare questo sito/blog dove raccogliere tutte le esperienze di persone disabili, con reportage scritti, fotografici e filmati dei loro viaggi, in modo da fornire informazioni utili ad altri disabili che vogliono frequentare gli stessi posti. Ovviamente ci potranno essere anche note negative se vi sono incontrate barriere architettoniche o disservizi. La collaborazione è il cuore di questo progetto.

Inoltre le strutture stesse ci possono informare sulla propria accessibilità, offrendo però qualcosa in più della semplice segnalazione che vediamo in molti siti web...

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