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Pietro a Parigi

30
Novembre

Pietro

Ciao Sono Pietro, sono normale e faccio cose normali…come viaggiare.

E in questi giorni ho avuto l’opportunità di passare quattro giorni a Parigi e volevo condividere con voi alcune informazioni.

Parigi è una città molto grande, ma non poi cosi grande come si può pensare. Ho costatato che, sebbene incredibile, è più piccola di Roma; e in soli 40/50 minuti si può davvero passare da una parte all’altra della città. E’ fatta di piccoli quartieri, uno accanto all’altro, dove è concentrato molto da vedere. Una rete di bus, treni di vario genere, in parte accessibili in autonomia, e la metrò, mappa l’intera città. E in poco tempo si riesce veramente a visitare l’intera città. Comunque sul sito www.ratp.fr potete programmare tutti i vostri spostamenti, e con le giuste scelte è possibile indicare anche le proprie difficoltà; e lui ricalcolerà il percorso in relazione.

Questo contributo non vuole che darvi un’idea di massima di quello che la città può offrire, e di come potersi muovere in libertà in una realtà straniera che, a sentir di molti, mi avrebbe creato non pochi problemi. Ma andiamo per gradi.

Giunti all’aeroporto C.d.G con l’Easyjet, sappiate che i taxi fanno a gara per rubarvi 60 euro per portarvi alle porte del centro di Parigi. 28km, ma spesso trafficate e un’ora di viaggio in taxi costa cosi. E’ possibile muoversi con i mezzi, ma noi abbiam preferito far cosi. E vi chiederanno anche la mancia per aver fatto la fatica a scaricare la sedia a rotelle. Sta di fatto che in un’ora e senza perder tempo a capire come e quale mezzo prendere siam giunti in hotel.

Ho scelto come punto di partenza l’IBIS hotel di Bercy Village, che con una cinquantina di euro a notte, senza colazione, offriva un’ottima soluzione per quelli che sarebbero stati i miei successivi spostamenti. La nostra scelta è caduta su questo hotel perché si trova a 50 m dall’ingresso Cour S. Emilian della Linea 14 della metrò. L’ultima linea sviluppata. La linea 14 è composta di non più di 9 fermate, se non ricordo male, e tutte attrezzate con ascensore. Ma non posso nascondervi che alcune di esse, benché appena realizzate, avevano l’ascensore in manutenzione. Son convinto che è una cosa temporanea, e ad ogni modo vi erano le scale mobili. Se siete accompagnati, potete comunque sfruttare questa linea totalmente. A me, con una buona dose di forza per girare a piedi Parigi, mi ha portato dappertutto. Allego qui sotto poi la pianta della metropolitana, ma che credo possiate benissimo poi trovare su internet. E in più alta definizione.

Delle altre linee non possi dirvi molto perché non le ho prese, in quattro giorni e con tutto quello che c’era da vedere, dovevo concentrarmi su poco e bene. Ma posso assicurarvi che la linea 2, quella che porta a Montmartre e Pigalle, i famosi quartieri a luci rosse della città lungo la Senna, non è attrezzata, e tantomeno accessibile. Su molte fermate non ci sono neanche le scale mobili, quindi se decidete di usufruirne, siate ben coscienti che, se nessuno vi da una mano, quelli come me su una sedia a rotelle corrono il reale rischio di tornare indietro o rimanere giù. Ad ogni modo al link http://www.ratp.fr/fr/ratp/c_23590/plans-metro/ trovate la pianta dettagliata di ciascuna linea e nel dettaglio si può subito sapere se la fermata è accessibile o meno. Inoltre, in ogni biglietteria della metrò è possibile ritirare un’ulteriore mappa, chiamata INFOMOBI, indicante la pianta di tutte le linee, di ogni tipo di mezzo pubblico, accessibili con sedia a rotelle. E indicante anche il grado di accessibilità. Come ad esempio se vi è uno spazio, in parte grande, tra il marciapiede e l’ingresso al mezzo di trasporto.

Oltre alla metropolitana ho scelto di muovermi anche con la RER: un treno veloce urbano che viaggia sopra al livello stradale. E’ un po’ complicato capire il funzionamento delle linee per azzeccare le coincidenze senza attendere ma anche qui si può fare. Esiste sono un piccolo ostacolo non impossibile. Tra il marciapiede e il treno c’è uno spazio di circa 30 cm massimo. I più agili e temerari come me lo possono fare e con un balzo, essendo a livello, montare in treno. Altrimenti meglio farsi aiutare. Ripeto, può sembrare, dalla mia descrizione, una cosa insuperabile, ma vi garantisco che l’attesa nelle fredde stazioni tra un treno e l’altro, è molto peggiore.

Quando si scende nella metropolitana, dovreste comprare un abbonamento per usufruire del pubblico trasporto, ma io non l’ho comprato. E nessuno mi ha detto nulla. Vige la regola “pensavo per noi fosse gratis”. Per arrivare ai treni c’è una barriera di controllo ticket automatica, ma in tutte le stazioni, su un lato della barriera, c’è sempre un cancello, dove passare. Solitamente è chiuso, ma a lato c’è sempre un campanello. Suonate e alla fine qualcuno vi risponderà. Idem succede al contrario: se siete in giro per Parigi e un ascensore non funziona, suonate il campanello che in tante fermate c’è e qualcuno attiverà l’ascensore o vi verrà a prendere. A volte è capitato che fosse occupato e non rispondesse, allora ho dovuto fa scendere un amico per avvisarlo di attivare l’ascensore e il problema s’è risolto.

La metrò oltre che essere veloce, pulita, affollata, è anche sicura. Non correte il rischio di finire sui binari, come succede a Milano. Tutta la metrò è protetta da una galleria di vetro. All’arrivo del treno, si apre automaticamente una porta in corrispondenza della porta del treno. Eccezionale. Se proprio dobbiamo trovare una critica, verso sera è spesso affollata. Ma con quel buono spirito di adattabilità cui accennerò più avanti, si fa tutto.

Sempre nella metrò non ho notato se ci fossero servizi igienici, ma suppongo e spero sia stata una mia svista. Non sempre era possibile chiedere. E’ una città sempre in movimento e non sempre c’è qualcuno, che ci lavora dentro, cui chiedere.

Fuori dall’hotel che abbiamo scelto c’è appunto un Village con ristoranti e locali che possono accompagnarvi dalla colazione al dopocena, carini quanto cari. Ma attrezzati e accessibili. Propongo qui di seguito alcuni di essi:

–       LE SAINT M’: Bercy Village, 34 cour Saint Emilion

–       CHEZ BRUNO: Bercy Village, 26-28 cour Saint Emilion

–       CAVE A VIN: Bercy Village, 33 cour Saint Emilion

–       ADAGIO: 1-7 cour du Minervois

Presto scoprirete che mangiare a Parigi può essere veramente dispendioso; ma con alcuni accorgimenti, che chiaramente abbiamo imparato l’ultimo giorno, si possono contenere le spese. Alcuni esempi:

  • Ho pagato un litro d’acqua naturale 11 €, quando tanti bevono l’acqua del rubinetto che è buona e potabilissima. Basta chiedere “un caraffe d’eau” e non dell’acqua naturale.
  • Per mangiare consigliamo la catena “Chez Clement”, e “Flunch” dove potete benissimo ordinare solo una portata e poi i contorni sono gratuiti, nel senso che potete servirvi in autonomia da un buffet.
  • La colazione presa assieme all’hotel sarebbe costata circa 10 euro a testa, ma fuori, in alcune boulangerie, supermercati o Starbucks, seminati davvero in ogni angolo di Parigi, si può fare una buona colazione con massimo 7 €. Ovvio… dipende da quanto ognuno di noi mangia la mattina. Gli Starbucks sono quasi tutti attrezzati e accessibili. Quindi se vi scappa un piede, li avete un’oasi.

Armatevi di forza e pazienza, di spirito di adattamento e Parigi sarà per voi un libro aperto. Tante strade son spesso fatte di sanpietrini, e quindi altrettanto spesso ho dovuto viaggiare in equilibrio sulle ruote posteriori. Difficile ma non impossibile.

Ho visitato tanti posti della città, ma in alcuni, seppur fondamentali, ho dovuto arrendermi alle code; altrimenti queste poche righe non sarebbero potute esistere. A grandi linee vi posso dire che I musei son tutti “quasi del tutto accessibili”. Mi spiego meglio, il Louvre su tutti è molto molto grande e noi non abbiamo preso una guida. Una persona fisica che ci accompagnasse, ma poiché in quattro abbiamo pagato un biglietto (i bambini, il disabile e l’accompagnatore non pagano), con senno di poi avremmo potuto investire i soldi nella guida. E girovagando per quelle stanze, talvolta, magari sbagliando percorso ci siamo trovati a sover superare dislivelli di 3 o 4 gradini. Per il resto, accessibilità totale.

A Notre Dame la cosa era interminabile. Idem per la Tour Eiffel, ma li ho notato ascensori per raggiungere i vari piani. E altri ascensori per raggiungere i servizi. Servizi dove ovviamente abbiamo priorità e posso garantirvi che sono ben tenuti nonostante l’afflusso di gente.

A differenza di altri bagni in giro per la città. A volte ho dovuto trattenermi.

Comunque le soprese non finiscono qui. La città è piena di servizi pubblici in parte ben tenuti. Son costruzioni verdi ovali che ospitano servizi accessibili. E dopo ciascun ingresso rimane chiuso un minuto per un lavaggio automatico e disinfettazione del luogo. Poi si può riutilizzare.

In altre parti invece, non ci crederete, i servizi son a pagamento. Da meno di un euro a 2 euri su Avenue de Champ Elisée (spero si scriva cosi). Passatemi l’ironia, in questi tenuti a regola d’arte dal personale lì onnipresente, vi fanno scegliere pure il colore e il profumo della carta igienica da utilizzare. C’est incroyable!!

L’Arc de Triomphe è immensamente bello quanto grande e in cima ospita una terrazza. Non ho visto ascensori ma sfido qualunque normodotato a fare tutte quelle scale. Son quasi del tutto convinto che esista un elevatore per salire, dovreste provare a chiedere o cercare informazioni su internet.

Centre Pompidour e Sacre Coeur non ho fatto a tempo a visitarle ma, per quanto riguarda Montmartre, mi hanno detto che dalla fermata di Anvers si può prendere la funicolare che vi porterà su senza problemi alla cappella del Sacro Cuore. Se invece volete visitare Pigalle, il noto quartiere a luci rosse, è facilmente raggiungibile seguendo la metrò 14 fino a St. Lazare, capolinea. E con una bella mezz’oretta di camminata, tra piacevoli vie in salita non impossibile, giungerete dove la trasgressione regna sovrana. Un quartiere pieno di vita ma altrettanto povero, se volete anche lasciato al degrado. Sconsigliabile girarlo da solo la sera. Peccato non farlo per la vita notturna che si sviluppa. Un passaggio, seppur diurno e sotto la pioggia, dovevo farlo.

Parigi è piena anche di parchi, giardino, dove sostare e in quasi tutti è presente una toilette. L’unica inaccessibile che ho trovato è quella nei giardini dietro Notre Dame. Per il resto, ovunque avete la possibilità di sostare. Certo poi si trova sempre il ristoratore stronzo che se non consumate non vi fa usare la toilette. Ma questo credo non faccia testo in una città cosi grande.

In merito vi suggerisco un paio di posti, dove pranzare:

–       LE GEORGE V CAFE’: 1, avenue George V (non ha bagni accessibili, ma con un 20 € potete mangiare bene e in quantità. Si trova nei pressi del Pont de l’Almà)

–       FERIA CAFE’: 4, rue du bourg Tibourg (si mangia bene, abbondante e si spende il giusto, e ha servizi accessibili)

Lungo la Senna non mancherete di trovare strani personaggi, maschi e femmine indifferentemente che vicino a voi si chineranno per segnalarvi che avete perso un anello di finto oro. E ve lo daranno gratuitamente. Gratuitamente almeno fino a quando non vi chiedono un contributo per avervelo raccolto. La solita truffa. Ve lo segnalo perché noi in 1 km ne abbiamo visti circa una decina. Bizzarri quanto originali.

Non è molto, lo so, ma spero possa aiutarvi per un primo e felice soggiorno a Parigi.


San Vito Lo Capo

5
10
Ottobre

Ciao a tutti, sono Claudio, sono di Milano e vi scrivo questa recensione sulla mia vacanza estiva a San Vito Lo Capo in provincia di Trapani con la mia fidanzata Anna.

Il viaggio

Essendo prevalentemente in carrozzina elettrica ho dovuto portare con me la macchina e imbarcarla a Genova. Da Genova a Palermo l’unica compagnia che ha in mano questa rotta è Grandi Navi Veloci, la nave che ci è stata assegnata è la Excelsior. Ho prenotato a marzo telefonicamente al numero del costumare care che è 010-20.94.591 per farmi riservare la cabina per disabili. Ho pagato attraverso il costumare care con la carta di credito e ho dovuto inviare la scansione del certificato d’invalidità per confermare che effettivamente avevo diritto a una cabina per disabile in quanto effettivamente disabile. Sulla nave sono riuscito a girare in carrozzina elettrica e anche ad entrare in cabina con qualche manovra di troppo, ma ce l’ho fatta 🙂

Il servizio spiaggia.

Arrivato a San Vito Lo Capo, sono stato positivamente sorpreso dalla spiaggia attrezzata, li ho visto 2 job e una carrozzina che va sulla sabbia. Per la cronaca le carrozzine job, galleggiando sopra l’acqua agevolano l’ingresso e l’uscita dal mare con l’aiuto dei bagnini che erano perfettamente formati su come aiutare la persona disabile.  Questa spiaggia è gestita da una associazione di disabili che si chiama “disabili no limits” e questo è il loro link http://www.disabilinolimits.it/

La toilette

Di fronte alla spiaggia per disabili c’è un bar-ristorante che ha il bagno accessibile, il servizio è offerto gratamente a tutti i clienti del bar ma se non si consuma nulla, il costo è di 1 euro per ogni volta che si usa la toilette per disabili. Certamente non la trovo giusta questa cosa, spero che per persone disabili la renderanno gratuita, si tratta di auspicio, ovvio, ma per ora si paga.

la spiaggia accessibile

I locali

I negozi generalmente non erano attrezzati per far fare shopping a noi persone disabili, tuttavia i ristoranti, pub, gelaterie e negozietti di dolci (buonissimi) erano quasi totalmente accessibili. Facendo una veloce statistica direi che il 60-70% di questo tipo di locali erano accessibili. Anche le farmacie e la polizia avevo le rampe per accedere. Mi piacerebbe che questa attenzione all’accessibilità fosse estesa a tutta Italia e al tutti i tipi di locali non solo “dove si mangia”.

Locali accessibili a san vito lo capo

Escursioni

Io e Anna abbiamo fatto anche un escursione alla riserva dello Zingaro con il catamarano Buona Vida (http://www.buenavida.it/) che è l’uno di San Vito con una gruetta solleva persone per fare entrare in acqua la persona con disabilità. Ahimè quel giorno la gruetta non funzionava per cui vi scrivo che c’è questo servizio  ma non posso certificarlo. Ho visto che c’era l’attrezzatura non l’ho vista in funzione.

Abbiamo fatto anche un escursione a Erice e Trapani visitando il bellissimo borgo medievale che non è esattamente accessibilissimo perché la strada è fatta di ciottolato. Per fortuna questo tipo di ciottolato è “quasi piano” ma per chi va in carrozzina manuale è veramente difficile spingersi ed essere spinti. Suggerisco o una carrozzina elettrica, oppure un forzuto :-). Mentre di Trapani abbiamo visto la cattedrale, il centro e zona portuale che sono molto accessibili, con scivoli e pavimentazione molto buona.

Un’altra escursione che abbiamo fatto stata alla valle dei Templi di Agrigento. Anche li non ci sono difficoltà perché è pavimentata bene e molto accessibile. All’interno della valle dei Templi c’è un bar con un bagno perfettamente accessibile.

L’ultima escursione che abbiamo fatto è stata Palermo con la magnifica cattedrale di stile Normanno molto accessibile e veramente da visitare perché merita.


Nasce Henable. Tecnologia e disabilità: la rivoluzione digitale è per tutti

1
30
Agosto

HENABLE: UNA NUOVA STARTUP ENTRA NEL SEED VILLAGE DI H-FARM

Tecnologia e disabilità: la rivoluzione digitale è per tutti

Treviso, 30 Agosto 2012 – Forza, determinazione, passione e un grande sogno: riuscire ad abbattere, grazie al digitale, le tante barriere architettoniche e burocratiche che i diversamente abilii devono affrontare quotidianamente. Ferdinando Acerbi, 47 anni e un passato da olimpionico interrotto in seguito ad un incidente che gli ha procurato una lesione spinale, entra con Henable nel Seed Village di H-FARM, il Venture Incubator trevigiano che opera a livello internazionale in ambito Web, Digital e New Media.

Dopo aver frequentato la prima edizione del MasterLab in Digital Economics & Entrepreneurship di Digital Accademia, l’idea in ambito digitale di Ferdinando si è concretizzata in un progetto che ha ottenuto, dopo pochi mesi, il primo round di finanziamento da parte di H-FARM.

Henable (http://info.henable.me/) è una piattaforma attraverso la quale sono raccolti consigli e informazioni per la produzione di soluzioni digitali a problemi reali. La prima App messa a punto, permette di ottenere direttamente dal mobile le autorizzazioni necessarie ai disabili per accedere alle zone a traffico limitato in quasi tutti i comuni italiani. Basta registrarsi a Henable, caricare i documenti e il tesserino di invalidità e ad ogni spostamento, con una semplice mail, il comune che si intende raggiungere verrà avvisato e riceverà contestualmente la documentazione.

L’obiettivo è semplificare la mobilità verso aree diverse dal proprio comune di residenza, senza il bisogno di dover incorrere in una lenta e lunga burocrazia; operatività e modalità di ricezione delle comunicazioni da parte delle amministrazioni coinvolte rimangono invariate, questo rende ancora più semplice ed immediato l’utilizzo della piattaforma Henable.

“Da tempo cercavo una via per poter snellire la logistica burocratica relativa alla mobilità di persone disabili e solo con l’avvento delle nuove tecnologie sono riuscito a trovare una soluzione che permettesse di operare senza dover “disturbare” troppo le PA ed a abbozzare un progetto con il quale sono approdato in H-FARM”- Dichiara Ferdinando Acerbi, Founder di Henable – “Qui, ciò che era solo una bozza si è concretizzato in un progetto concreto, volto a creare una serie di applicazioni atte a migliorare la qualità della vita delle persone. Sogno di creare un movimento che tolga dall’ombra una parte di società, fornendole la possibilità di gestire i propri bisogni attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e a basso prezzo.”

A pochi mesi dalla definizione del progetto, sono state strette importanti Partnership operative: l’Associazione Unità Spinale Ospedale Niguarda, l’Associazione Nazionale Ciechi e l’Associazione Nazionale per la Lotta alla Distrofia Muscolare sono le prime Onlus ad aver creduto nell’iniziativa e nelle potenzialità di Henable.

H-FARM

H-Farm è un progetto privato di Venture Incubation nato con l’obiettivo di aiutare giovani imprenditori nel lancio delle loro iniziative basate su modelli di business innovativi nel settore internet e media digitali. Il modello di incubazione dura in media 12 mesi, durante i quali H-Farm assiste e accelera il percorso di crescita della startup. Al terzo anno, H-Farm cede le sue quote a uno o più nuovi investitori, siano essi Venture Capital o partner industriali, in grado di valorizzare e far crescere ulteriormente la startup. H-Farm ha sede nella tenuta agricola di Ca’ Tron (di fronte alla laguna di Venezia), Seattle (USA), Mumbai (India) e Londra (UK). Nei primi 6anni, H-Farm ha investito circa € 11 milioni in 32 startup, creando oltre 200 posti di lavoro e ottenendo alcune exit importanti. Tra il 2012-2015 sono previsti ulteriori investimenti per 9 milioni di euro.

Ufficio Stampa

Giulia Franchin – gfranchin@h-farmventures.com – 349 2654049

Chiara Andretta – candretta@h-farmventures.com – 347 0682566


Quando il mare non ha barriere

2
30
Agosto

Parliamo spesso di barriere nel nostro sito. Barriere architettoniche di ogni genere, che limitano la libertà dell’essere umano quando ha degli handicap. Parliamo anche spesso di tutte quelle realtà che le barriere le hanno abbattute: strutture alberghiere, luoghi d’attrazione, spiagge. Parliamo anche di coloro che, se pur con barriere, fanno di tutto per far vivere anche ai disabili dei bei momenti, dalle vacanze all’emozioni avventurose. Oggi vi mostriamo un video meraviglioso che ci ha segnalato l’amico Robi Veltroni. Una vera poesia della voglia di vivere senza barriere.


Viaggio a Venezia

28
Agosto

piazza san marco a venezia

Buongiorno a tutti!

Tornati tutti dalle vacanze? Io purtroppo si… 🙁

Però voglio raccontarvi il mio viaggio…indimenticabile! Venezia è unica!

Ops…mi presento: sono Alessandro e vivo a Modena, ho 31 anni e ho la SMA di tipo 1 dalla nascita.

Quest’estate finalmente ho convinto i miei a portarmi a Venezia…erano anni che volevo andarci, ma tutti mi dicevano che Venezia era inacessibile e soprattutto che non sarei mai riuscito a trovare un hotel accessibile.

Un giorno ho cominciato a cercare su internet dove poter soggiornare e ho scoperto che ci sono alcuni hotel a Venezia (e se ne trova più di uno!), è facile trovarli all’indirizzo http://it.venere.com/de710846/italia/hotel-a-venezia/

Io ho scelto per vicinanza e comodità l’ Hotel Gorizia A La Valigia che si trova nel cuore di Venezia a due passi dalla splendida Piazza San Marco.

Dalla stazione dei treni Santa Lucia, in 10 minuti con il vaporetto linea 82 si arriva fino a Rialto; poi in 2 minuti a piedi si raggiunge l’hotel.

Ovviamente la prima cosa che abbiamo visto è stata la Basilica di San Marco: favolosa.

Oltre ad essere splendida esternamente, all’interno è arricchita da celebri mosaici, che narrano la storia di San Marco insieme agli episodi dell’antico e nuovo Testamento. L’ ingresso alla Basilica è gratis. I disabili entrano dall’uscita e ci sono 2 gradini all’entrata, quindi NO la carrozzina elettrica, con la manuale e 2 braccia (il mio papà o la mamma) sono riuscito a vedere quasi tutto, comunque ci sono i custodi pronti ad aiutarti.

Poi tra consigli letti in qua e in là abbiamo girato molto senza meta, entrando nelle viuzze, sbirciando…annusando…sempre con gli occhi a guardare qualcosa.

La sera ci piaceva stare in Piazza San Marco…più tranquilla rispetto il giorno…magica nel suo silenzio…

Infine vi dico non perdetevi il mercato di Rialto per conoscere appieno la cultura veneziana. Questo mercato esiste da circa mille anni, si può acquistare frutta e verdura, ma soprattutto il buon pesce. E’ una vera delizia girovagare tra i suoi coloratissimi banchi, alla scoperta di prodotti tipici, come la castraure, i bruscandoli e le sparesee 🙂


Quel viaggio a Napoli

22
Agosto

Facciata Palazzo Reale

Ciao a tutti, mi chiamo Marcello e vivo in un paesino in provincia di Torino. Ho 27 anni e sono paraplegico visto che a 19 anni ho avuto un incidente in auto. Da quel giorno il mondo mi è crollato addosso, non posso fare più tutto quello che facevo prima. Anche se familiari, amici, medici mi dicevano che oggi non è come un tempo, che avrei potuto fare tantissime cose anche se in carrozzina, io non credevo ad una sola parola. Mi sono chiuso in me stesso, non parlavo con nessuno, mi rifiutavo di vedere gli amici. Le mie giornate le passavo davanti alla tv e alla Playstation. Uscivo solo 3 volte a settimana per fare fisioterapia in una palestra.

E’ li che ho conosciuto un ragazzo di Napoli, anche lui in carrozzina per via di un incidente.

Stranamente sono stato io a ” disturbarlo” perchè lo vedevo triste e sempre giù di morale, cosí settimana dopo settimana siamo diventati amici. Era nel mio paese perchè da 3 anni suo padre aveva trovato lavoro li e si erano trasferiti.

Era gennaio di quest’anno che in un locale a bere una cioccolata calda abbiamo deciso che volevamo fare una gita a Napoli e dintorni solo noi due.

Io a Napoli non ero mai stato e la cosa mi piaceva, però sorgeva il problema di dove alloggiare per non spendere una cifra. Allora abbiamo optato di cercare delle case in affitto a Napoli e quella che più soddisfaceva le nostre esigenze l’abbiamo scelta.

Era un bilocale, piano terra, di 40 mq con cucina/soggiorno una camera con 2 lettini e il bagno con la doccia, nel bagno c’era una sedia pieghevole di plastica leggera che entrava dentro la doccia, era comoda per noi. La cucina era normale ma ci siamo arrangiati, per lo più si mangiava fuori.

Mi spiace non aver fatto le foto ma non conoscevo ancora questo sito…ma mi rifarò! 😉

Siamo stati una settimana e per lo più abbiamo girato per le strade vivendo Napoli e i napoletani doc. Ma non ci siamo fatti mancare alcuni musei.

Il primo è stato Il Palazzo Reale di Napoli, che con tutte le sue sale è immenso, la sala che più mi è piaciuta è stata la Sala del Trono dove il Re riceveva i suoi ospiti.

Non ci siamo fatti mancare ovviamente la maestosa Cattedrale.

Essendo d’estate è ovvio che il mare di Napoli doveva toccare i nostri corpi. Siamo andati a Marina di Camerota e con mia sorpresa molte spiagge erano attrezzate per disabili alcune anche con sedia job per fare il bagno, una goduria!

Dista circa 180 km da Napoli, meglio andare in auto.

Grazie per vermi letto e al prossimo racconto!


My London: la Londra Accessibile (Prima Parte)

3
2
Agosto

Eccomi a raccontarvi del nostro viaggio a Londra.

Partenza da Bologna con la Ryanair e arrivo all’aeroporto di Standed.

Tempo: 1 ora e 15 minuti.

Londra è certamente una città molto accessibile per chi è in sedia a rotelle, ma l’arrivo non è dei più felici. Non so da cosa dipende, mi era già capitato quando ci sono stato 10 anni fa. Parlo dell’arrivo all’aeroporto di Standed. L’assistenza sembrava sorpresa dal fatto che non potevo scendere da solo e dopo alcuni minuti di discussione, ecco che mi viene (come la volta precedente) presentato la solita sedia a 3 ruote per scendere la scalinata. Niente sollevatori. Non sapeva neanche che fossero. Al punto che alla mia perplessità: no elevator?? L’assistente si è fatta una grassa risata. Per farvi capire come sono sceso dall’aereo, ecco il video che parla meglio di quanto si possa scrivere.

Questo sarà l’unico momento di dubbia accessibilità di Londra.

Dall’aeroporto per arrivare all’Hotel dobbiamo prendere il Treno.

Treno

Il treno veloce Stansted Express collega la stazione di Liverpool Street (nord-est della zona 1) con l’aeroporto in 45 minuti, con una frequenza di 15-30 minuti dalle 5:30 alle 00:30. Il costo è di £18 solo andata a persona, se volate con la Ryanair, potete acquistare il biglietto a bordo, risparmiando qualche sterlina. Anche acquistandolo on-line c’è la possibilità di ricevere uno sconto di circa £1.

Al ritorno per l’aeroporto Gatwick abbiamo prenotato il giorno prima la navetta dall’Hotel (£ 25 a persona, 1,5 ora di auto) con il taxi si spendeva circa 90£.

La stazione di Liverpool Street si trova nella zona finanziaria di Londra (la City).

Accessibilità: appena arrivate al treno, fatevi vedere dal capo treno. Chiamerà l’assistenza che prenderà una pedana posta in un armadietto dentro il treno. Comodissimo e veloce.

pedana treno

Da Liverpool Street Station potrete prendere anche molti bus che vi porteranno ai diversi quartieri di Londra. Ecco le linee che partono/arrivano da qui:

8, 11, 23, 26, 35, 42, 47, 48, 78, 100, 133, 135, 149, 153, 205, 214, 242, 271, 344, 388,

night routes N8, N11, N26, N35 and N133.

Questa è la distanza dal nostro hotel “IBIS LONDON CITY” alla Liverpool Street (11 minuti a piedi):

mappa dalla stazione all'hotel

Vicino il nostro Hotel c’è la linea 67 che porta qui:

mappa bus

Link per ricerca tappe bus: www.tfl.gov.uk

Questa è la distanza dal nostro hotel alla stazione dei seguenti bus: (2 minuti a piedi)

linee bus vicino hotel

Sugli autobus il disabile non paga. Il biglietto sull’autobus o nelle macchinette costa £ 2,40. Noi  abbiamo comprato il pass per 15 corse £ 25 mi pare!

I negozi rimangono aperti dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 17.30. Il mercoledì ed il giovedì molti grandi magazzini restano aperti fino alle 18.00, altri fino alle 19.00 o fino alle 20.00. Inoltre i grossi negozi sono aperti anche la domenica dalle 10.00 alle 18.00. I negozi in Oxford Street, Regents Street e altre vie del centro solitamente restano aperti fino alle 19.30-20.00.

Si consiglia di andare a cena verso le 20. 

Linea 15 per centro + per Piccadilly Circus + per Trafalgar Square + Cattedrale Saint Paul

fermate bus 15

Linea 25

autobus linea 25 fermate londra

TAPPE:

1° GIORNO GIOVEDI’

La torre di Londra (Tower of London), ci siamo arrivati a Piedi

Dal 1 marzo al 31 ottobre: lunedì-sabato 9 – 18; domenica 10 – 18.

£ 17 (intero) – £ 9,50 (ridotto)

Conviene entrare dentro dopo le 15, meno gente.

14 minuti a piedi

torre di londra

Tower Bridge, il ponte (si va piedi)

Apertura: marzo-ottobre 10:00-18:00 – Adulti: £10,70 (gratis x noi)

Per raggiunge Tower Bridge la via più caratteristica è sicuramente il “path” che costeggia il Tamigi. Proseguendo, sulla vostra destra troverete la Hay’s Galleria. Ora è un punto di ristoro, ma un tempo era la sede di attracco delle navi di Tè provenienti dall’India e dalla Cina.

C’è anche un ascensore che ti porta sotto il ponte.

Da Torre di Londra 9 minuti a piedi

Tower Bridge

finisce la prima parte del racconto…

 


La lotta continua tra disabili e autobus

5
20
Luglio

autobus disabili

Mi chiamo Maddalena, ho 29 anni, e a causa di una malattia neuromuscolare degenerativa sono su di una sedia a rotelle da diverso tempo. Di solito uso la mia sedia a motore, e così riesco ad andare al lavoro da sola, e a girare giorno e notte quanto mi pare e piace.

Proprio al ritorno da uno di questi miei giri per la città ho conosciuto una ragazza straordinaria, Felicité, come me disabile, che pure si muove con una sedia a motore. E’ stato una specie di “colpo di fulmine”! Entrambe eravamo sulla via di casa; ci siam viste da lontano; ci siamo squadrate (un po’ come nei film western prima di un duello…); ci siamo stupite della presenza di un altro essere umano in sedia a motore, in giro per le strade di Brescia; infine, credo di poter dire che entrambe morissimo dalla voglia di parlarci! Alla fine io ero quasi alla porta d’ingresso, quando decisi di tornare sui miei passi (per così dire 🙂 ) e di avvicinarmi a Felicité, che, accompagnata da un’amica, s’era saggiamente appostata a 10 metri da me, aspettando solo che le rivolgessi la parola.

Insomma, non la faccio lunga: ci siam presentate,  e paradossalmente scoprimmo di conoscerci già, almeno “ per sentito dire”. Entrambe infatti siamo state aiutate dalla stessa equipe di professionisti, il CTVAI (Centro Territoriale per la Vita Autonoma e Indipendente- ente GRANDIOSO che colgo qui l’occasione di ringraziare per averci permesso di costruire la nostra vita in autonomia!!).

Et bien, il tempo di un sorriso, di una stretta di mano, ed eravamo già amiche per la pelle!Nonostante all’apparenza sembriamo molto diverse- lei scura scura, viene dal Chad, io bianca abbagliante, bresciana- da subito ci siam rese conto che qualcosa di profondo e di vero ci unisce.

Ora Felicité è qui accanto a me. Abbiamo scoperto infatti di essere vicine di casa, e così ogni tanto lei passa a trovarmi.

Tra una chiacchiera e l’altra, un sorso d’acqua ghiacciata per rinfrescarsi dall’arsura di questi giorni, e una cucchiaiata di budino al cioccolato, ho ascoltato le sue disavventure. In molte mi sono riconosciuta, inutile dirlo, ma alcune storie mi hanno davvero sconvolta e sconcertata. Perciò ho deciso di prestarle la mia “penna”, e di darle voce in questa denuncia.

Felicité si muove quando può con l’accabus. Si tratta di un servizio di autobus solo per disabili residenti nel comune di Brescia (cosa che secondo me è ghettizzante), che però funziona solo in certi orari, e spesso costringe ad aspettare molto tempo perché si devono incastrare le richieste di molte persone. Quando l’accabus non c’è si prendono gli autobus di linea. E qui nascono i problemi.

La mia amica del Chad mi ha raccontato che una volta, sulla linea 3, il conducente s’è rifiutato di farla salire sul bus, insultandola, dicendole che LEI E LA SUA SEDIA A MOTORE PESAVANO TROPPO,  e di NON ROMPERE I COGLIONI. Altre volte, in situazioni simili, l’autista non ha voluto aiutare Felicité ad aprire la rampa per accedere al mezzo, nonostante si tratti di un dito!! Tanto basta, un dito, per aprire la parte superiore della rampa, fatta a portafoglio, che si va ad appoggiare sul marciapiede.

Come se non bastasse, cosa che mi ha amareggiata ancor di più, nessuno degli altri passeggeri sull’autobus in nessuna delle situazioni di cui sopra si è mai offerto di dare una mano.

CHE SCHIFO!

Se Felicité non è accompagnata dalla sua amica Sabine 9 VOLTE SU 10 NON PRENDE L’AUTOBUS!! O deve aspettare in grazia di trovare un autista più gentile , di solito donna, che le fa “il favore” di farla salire sul bus. Come se non fosse suo diritto…

Ancora, se sulla vettura c’è già una sedia a rotelle, Felicité non può salire. Le è stato detto, in malo modo, che c’è posto per un solo disabile. E che non rompesse le scatole, ancora una volta.

E’ questa l’Italia che vogliamo?

Io stessa posso raccontare di simili disavventure che farebbero vergognare Trenitalia, ATM  (l’azienda trasporti milanesi), Trenord. Sono stata 5 giorni a Milano per un seminario di teatro. Seminario stupendo; muoversi a Milano un incubo. Mentre le persone “normali” possono prendere treni e metropolitane all’ultimo minuto, io per Trenitalia devo prenotare 24 ore prima, per Trenord addirittura 48 ore in anticipo. Per cosa poi? La mia prenotazione con Trenitalia del ritorno sparì misteriosamente, e dovettero rifarmela (SENZA DISGUIDI DI SORTA) last minute in Stazione Centrale a Milano, domenica sera, per il rientro a Brescia. Quanto a Trenord, l’unica volta che prenotai, l’addetto all’assistenza disabili non fu in grado di aprire la rampa d’accesso al vagone, né le porte d’uscita, all’arrivo in stazione. Per quest’aiuto devo chiamare 48 ore prima? Mi son sempre arrangiata molto meglio da sola. Come per chiunque, mi è difficile pianificare con esattezza le mie giornate, e la mia vita- voglio darmi la possibilità di prendere un aperitivo all’ultimo minuto con amici, o di andare al cinema, o di cambiare programmi senza avere l’angoscia di un treno che ti aspetta… Basterebbe tanto poco: segnalare sui tabelloni, anche di giorno in giorno, quali mezzi sono accessibili.

Ancora, una sera chiamai il centralino ATM per avere informazioni sull’accessibilità di un tratto della linea gialla della metropolitana, Affori Nord- Stazione Centrale. Per tutta risposta mi dissero di CHIAMARE LA MATTINA DOPO, appena prima di prendere la metro, perché poteva essere che se anche il montascale in questione la sera funzionava, di notte ci sarebbe potuto essere un guasto. Si sa mai… grrrrrrrrrrrrrr…

Infine, presa la tanto agognata metro, il montascale non lo trovo, perché le indicazioni fanno schifo. Chiamo un addetto, che chiama un suo superiore “così coglie l’occasione per fargli vedere come funziona il montascale”. Il tale, di grado superiore, mi chiede quanto pesiamo, io e carrozzina: “Perché sa, questi montascale li hanno costruiti quando ancora non c’erano queste COSE TECNOLOGICHE” (riferendosi alla mia sedia a motore)… Poi mentre io salgo lentamente la rampa di scale, sul montacarichi, il “superiore” anziché dare una mano alla mia assistente e al collega pieni zeppi di bagagli, mi sta accanto e osserva, accertandosi che il montascale non dia segni di fatica…

E ancora potrei scrivere tutta notte di altre storie, più o meno simili, più o meno spiacevoli, più o meno umilianti. Ma mi fermo qui. Spero soltanto di aver suscitato un po’ della vostra indignazione.

Seduti su una sedia a rotelle, a motore o manuale, rimaniamo sempre e soprattutto PERSONE,  e come tali chiediamo di essere trattate.

Conlcudo, anzi concludiamo, con una proposta: un corso di formazione per tutti i dipendenti delle aziende di trasporto pubblico, per sensibilizzare alla disabilità. Una settimana di viaggio IN  CARROZZINA, nessuno escluso. Io mi offro per prestarvi la mia.

Grazie dell’attenzione

Felicité Toubemne e Maddalena Botta


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