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Se il Disabile fossi tu? Video di un mondo al contrario

1
14
Gennaio

Bella cosa l’ironia, l’autoironia ancor di più, utile nelle situazioni difficili, utile a non prendersela troppo, utile anche a tenere su di morale chi ci sta intorno. L’ironia può anche mandare messaggi ben precisi, con un sorriso certo, ma rimanendo molto seria nel significato del messaggio che vuole far percepire. I disabili in genere sono molto autoironici, non tutti chiaro, ci sono anche i permalosi, ma tendenzialmente si sanno prendere in giro.

Frase famosa: ”Mettiti nei miei panni…”. Ce la sentiamo dire spesso, “che vuoi capire tu?” rivolgendosi agli “altri… “, “solo chi prova certe situazioni sulla propria pelle poi capisce che vuol dire…”. Vero, verissimo, diciamo di sì. Di sicuro il messaggio di questo breve filmato è comprensibile a tutti: “Se il diverso fossi tu?” pensate all’improvviso, un mondo rovesciato, dove le minoranze diventano le maggioranze e viceversa, penso basterebbe pochi mesi e allora sì che qualcuno incomincerebbe a capire “l’altro…” a immedesimarsi nei problemi, nelle necessità, nel come si sentono i “diversi” quando a un tratto il “diverso” sei tu…

Vediamo questo piccolo video e riflettete:

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=RsuKxY_9f_8 425 344]


Roma: discoteca accessibile a disabili

7
12
Gennaio

Grazie alla nostra amica Anna Laudati veniamo a conoscenza di questa singolare iniziativa, la definisco così perchè nel campo della disabilità ciò che dovrebbe essere una prassi in realtà diventa un’eccezione. Parliamo di una discoteca accessibile a disabili in quel di Roma, paradossi del nostro paese, in una città dove è difficile trovare anche un Hotel accessibile, poi troviamo una discoteca, che di norma e consuetudine non è portata a “pensare” al disabile. Non è invece di quest’opinione, per nostra fortuna, il titolare della discoteca “Life85” il Sig.re Rocco De Feo, anche questo è Turismo Accessibile.

Leggiamo 2 articoli da Redattore Sociale (cl)

Serata dance per 40 ragazzi disabili, arrivati a Roma per tre giorni con l’associazione “La strada per l’arcobaleno”. La discoteca “Life 85” si è rifatta il look, eliminando barriere e adeguando servizi. “I giovani ballano: perché noi non dovremmo farlo?

ROMA – Una serata in discoteca, senza il pensiero delle scale che ci sono e del bagno che, invece, di solito non c’è. E’ quella che si sono potuti concedere, nei giorni scorsi, quaranta ragazzi disabili provenienti da tutta Italia, riuniti a Roma per una vacanza auto-organizzata, con il supporto dell’associazione italiana Spina bifida e idrocefalo “La strada per l’arcobaleno”. Tre giorni di turismo nella capitale, all’insegna dell’autonomia, com’è da sempre nello spirito dell’associazione. Questa volta, però, con un incarico importante: testare tutti insieme l’accessibilità di una discoteca appena riadattata: la Life 85, a due passi da piazzale Clodio, proprio dietro al Tribunale, baluardo dei diritti. Come il diritto al tempo libero, che per una persone con disabilità non è poi tanto libero.

Fino a pochi mesi fa anche la Life 85, come la stragrande maggioranza delle discoteche e dei locali notturni, era un fortino inespugnabile per chiunque avesse problemi motori: una ripida rampa di scale scoraggiava l’accesso, come pure i gradini all’interno, la pedana sopraelevata e, naturalmente, la mancanza di servizi igienici adeguati. Poi Rocco De Feo, il gestore, ha provato a rifare il look al suo locale, rendendolo accessibile: “L’anno scorso, un giorno di novembre, sono stato interpellato dalla commissione della X ripartizione, che controlla i locali, e mi è stato detto che dovevo munirmi di strutture per disabili: l’ho fatto con piacere. Abbiamo adeguato l’ingresso, c’erano degli scalini e abbiamo fatto una rampa. Dentro, il locale è tutto a un piano, senza dislivelli. E abbiamo fatto un bagno adeguatissimo per i disabili”.

E così, via le scale esterne e interne. Quasi tutte, in verità, perché “i quattro gradini finali sono ancora lì, troppo difficili da eliminare – ci fa notare Carla Marinelli, vicepresidente dell’associazione, riferendoci le sue prime impressioni sul “test” accessibilità. – Però hanno completamente abbattuto le barriere architettoniche esterne e c’è il bagno accessibile all’interno. I quattro gradini sono oggettivamente difficili da abbattere: con un aiuto del personale tutti comunque possono entrare”.

Ma cosa significa per una persona disabile andare in discoteca? Fin dove arriva il desiderio di ballare al ritmo della musica e dove inizia, invece, l’imbarazzo di lasciarsi andare? “Per una persona disabile – racconta Carla – ballare in un contesto come la discoteca può essere imbarazzante, certo. Io l’ho sempre fatto, fin da ragazza: andavo con i miei amici, mi mettevano al centro della discoteca e, per far sì che gli altri non mi travolgessero, facevano una sorta di cerchio intorno a me. Ballare è l’espressione del nostro corpo, ognuno lo può muovere come meglio crede”.

“Di solito non vado in discoteca perché non sono locali attrezzati – ci racconta Erica, una delle ragazze del gruppo, arrivata dalla provincia di Torino – Lascio perdere, non ci provo neanche. Non sono solo i gradini, ma gli spazi ristretti, i tavolini uno attaccato all’altro. In questo caso il locale è abbastanza spazioso, riusciamo a girarci anche se siamo tanti. Ballare è una cosa che i giovani fanno: non vedo perché un disabile non debba avere la possibilità di farlo. Certo, è più facile farlo in un gruppo come questo, in una serata speciale come questa, con tutti disabili: perché molti di noi hanno il complesso del giudizio del normdotato: ‘oddio mi stanno guardando!’. Ma bisogna fare la propria vita e i normodotati si devono abituare: ci siamo anche noi!”.

“Ogni tanto vado in discoteca con amici, essendo appassionato di musica – ci racconta Cristiano, di Roma – In una realtà grande come Roma, sono tropo poche le realtà accessibili, soprattutto tra discoteche e locali. Ma altri generi di locali, come i disco pub, molto più spesso sono accessibili. La difficoltà maggiore credo però che sia il fattore psicologico di dipendere da qualcuno che è obbligato a darti una mano: quando, con semplici accorgimenti, una persone disabile potrebbe essere autonoma in tutto e per tutto, anche in discoteca”. (cl)

Disabilità e svago. Idee per “un tempo un po’ più libero”

Una barriera architettonica può mandare a monte una serata. A Roma e in Italia sono pochi i locali pensati per accogliere le persone con disabilità. Eppure, “basterebbero un po’ di rampe e un bagno per rendere le nostre sere un po’ meno faticose”

ROMA – Che peso hanno le barriere architettoniche nell’organizzazione del tempo libero di un ragazzo disabile? E quali interventi servirebbero per rendere questo tempo davvero un po’ più libero? In Italia c’è un gruppo di ragazzi e adulti con disabilità, riuniti nell’associazione italiana spina bifida e idrocefalo “La strada per l’arcobaleno”, che questo suo tempo libero lo difende con particolare tenacia. E’ la sfida dell’autonomia, uno dei motori di tutte le attività dell’associazione, che organizza iniziative culturali, vacanze e incontri a tema a cui prendono parte persone provenienti da tutta Italia. Tra di loro abbiamo raccolto alcune testimonianze, che possono aiutarci a conoscere un po’ più da vicino questo tempo libero che, a ben guardare, tanto libero non è.

“Purtroppo il tempo libero della persona disabile è ancora molto condizionato dall’accessibilità – riferisce Carla Marinelli, vicepresidente dell’associazione – Ci deve essere una ricerca continua. Io stessa a Roma conosco quei pochi pub, quelle due-tre discoteche. Ma niente di più. La preoccupazione per l’accessibilità e sempre al primo posto quando si deve organizzare una serata: ‘Ci sono gradini? Il bagno com’è?’: è una domanda che faccio sempre ai miei amici, ogni volta che dobbiamo uscire. Eppure basterebbe così poco per liberare un po’ di più il nostro tempo: un po’ di rampe e un bagno accessibile. Niente di più”.

“Nell’organizzazione del mio tempo libero le barriere contano parecchio – racconta Erica, di Torino – Io ho sempre degli amici normodotati, che mi aiutano a superare il gradino. Ma quando siamo una comitiva di disabili da soli non ci si fa: una carrozzina manuale ancora è maneggevole, ma una carrozzina elettrica è un disastro. E l’obiettivo è poter uscire da soli”.

“L’accessibilità condiziona il mio tempo libero ammette Cristiano, di Roma – ma la maggior parte delle volte ci si organizza: organizzarsi ogni tanto vuol dire anche all’ultimo momento cambiare meta e genere di serata. Per esempio, può succedere che i miei amici rinuncino a una serata in un locale inaccessibile, per stare semplicemente in piazza con una birra in mano a chiacchierare. Insomma, con un po’ di buona volontà si riesce a fare una vita assolutamente normale. Bastano degli accorgimenti che possiamo prendere anche noi disabili: certo ogni tanto ci serve un aiuto. Il fatto di volersi divertire, qualsiasi sia la maniera, è all’interno di ciascuno di noi”. (cl)

Speriamo che sia solo l’inizio, ho parlato al telefono con il Sig.re Rocco che mi ha promesso di farci avere le foto del suo locale così da pubblicarle.


Lavoro per disabili: manager in Hotel

2
9
Gennaio

Il lavoro per tutti è sempre impresa non facile, per i disabili diventa spesso impresa impossibile, non solo per varie crisi che attraversano l’Italia a periodi alterni, ma soprattutto per la scarsa domanda in settori dove un chi ci lavora non ha certo bisogno di particolari risorse fisiche ma piuttosto di altre capacità intellettuali.

Fino a che si pensa il disabile solo in uffici comunali o nelle a.s.l., con tutto il rispetto per queste due categorie, ci saranno ben poche altre alternative. La colpa però si divide un po’ fra tutti, anche disabili, oltre che culturale. Purtroppo spesso quest’abitudine mentale condiziona anche il disabile che non sente la spinta e il desiderio di spingersi oltre le solite categorie lavorative.

Oggi voglio farvi leggere un articolo che chissà, potrebbe stimolare un po’ tutti, disabili e operatori del settore:

TRIESTE – Per i portatori di handicap fisici si apre una nuova possibilità professionale, quella del manager d’albergo. Va in questa direzione l’accordo fra l’Enaip e l’Associazione albergatori della città che predisporranno, assieme al Comune e alla Provincia, un corso per formare persone che non hanno la piena possibilità di muoversi, ma intendono iniziare la carriera di manager d’albergo.

La figura professionale è a metà strada fra l’esperto di pubbliche relazioni e il responsabile marketing. Il tutto condito con una buona conoscenza dei sistemi informatici. «L’attività – spiega Luca Alborghetti, direttore dell’Enaip – consiste nella gestione e nel controllo dei flussi di comunicazione che intercorrono fra l’albergo e l’ambiente esterno. L’obiettivo è di razionalizzare le presenze nell’ambito della struttura alberghiera di un determinato territorio». Il manager d’albergo deve condurre analisi di mercato nel settore del turismo locale, studiarne le tendenze e leggerne gli andamenti, con lo scopo di formulare previsioni a breve e medio termine e quindi contribuire a delineare le politiche di produzione e commercializzazione dell’impresa. «Una delle funzioni – aggiunge Alborghetti – è anche quella di definire e attuare le politiche di pubblicizzazione dei pacchetti di ospitalità sul mercato».

Il corso di preparazione prevede una prima fase in aula, durante la quale si approfondiranno le tecniche di utilizzo dei sistemi informatici. In un secondo tempo, i partecipanti potranno fare esperienza negli alberghi, seguiti e istruiti da quanti hanno già una comprovata competenza nella materia. «L’evoluzione della tecnologia – dice Guerrino Lanci, presidente degli albergatori di Trieste – sta favorendo sviluppi impensabili fino a pochi anni fa. Con un personal computer e la capacità di utilizzarlo un addetto, opportunamente istruito, può svolgere un ottimo lavoro, al servizio della crescita turistica dell’area di riferimento. In questo specifico caso potremo far entrare nel circuito lavorativo persone che finora ne erano escluse». L’assessore comunale per la Protezione sociale, Carlo Grilli, ha espresso parole di vivo compiacimento per l’iniziativa: «Le potenzialità delle persone con disabilità sono notevoli – sostiene – e questa è un’ulteriore occasione per dimostrarlo». (u. s.)

il Piccolo — 04 gennaio 2010 (disablog.it)

Tenendo conto che l’argomento del nostro sito è il turismo accessibile, direi che come tipologia di lavoro è perfettamente inerente. Ovviamente spero che se trovate lavoro in un Hotel questo abbia anche camere attrezzate a disabili, non solo l’ufficio… e da bravi manager metterete una buona parola per avere un nostro reportage o meglio ancora, farlo Voi 😉

A parte l’ironia, penso che sia un buon inizio per cambiare la mentalità comune su questo argomento e spero l’iniziativa si possa diffondere anche in altre regioni d’Italia.


Il Gambero Rosso segnala i locali accessibili anche su iPhone

8
Gennaio

Per il turismo accessibile non si può certo trascurare i ristoranti! e se per gli hotel accessibile più semplice trovare informazioni, con noi ora ancor di più 😉 , non si può dire altrettanto riguardo l’accessibilità dei ristoranti. Ci viene incontro ancora una volta la tecnologia legata ad un nome famoso nel mondo della ristorazione: il Gambero Rosso. Famosa è altrettanto la tecnologia di cui vi vogliamo parlare, il gioiellino di casa Apple: l’iPhone.

L’altro giorno ho scaricato l’applicazione appena nata che riguarda proprio la lista dei ristoranti scelti dallo staff del Gambero Rosso. L’applicazione creata da 01design è veramente ben fatta e offre la chicca della “realtà aumentata” che significa il poter avere informazioni su locali vicini a dove ci troviamo soltanto inquadrando una strada, un luogo, con il nostro iPhone! Veramente molto comodo.

L’utilità che però maggiormente c’interessa è quella che vedete sotto:

Avete notato? ci sono i simboli relativi all’accessibilità del locale, in questo caso se ne possono notare 2 che stanno a significare locale accessibile ma meglio con accompagnatore.

Direi molto utile e voglio sottolineare, come ci ha confermato Carlo Ottaviano, direttore editoriale esecutivo del Gambero Rosso, che le segnalazioni ci sono anche sulla guida cartacea.

Noi però non ci vogliamo certo fermare qui, che comunque è un ottimo punto di partenza, ma abbiamo deciso di tentare di avere immagini dell’accessibilità di ogni locale recensito sul Gambero Rosso, o almeno più possibili, non perchè non ci fidiamo ma per il nostro motto che un’immagine vale più di mille parole ;-). Per far ciò chiederemo aiuto anche a Voi utenti, magari segnalandovi il ristorante della vostra città così da farci un sopralluogo.

Un esempio è il ristorante “Il Garibaldi Innamorato” che si trova nella mia città a Piombino (LI), recensito dal Gambero Rosso e con le icone sull’accessibilità, quale miglior occasione per mostrarvi un esempio di verifica di tale accessibilità, questo è il bagno e l’entrata:

Come potete vedere il bagno è perfettamente accessibile, l’entrata del ristorante ha un piccolo scalino ma il gestore ci ha tranquillizzati che hanno una pedana da mettere in caso di bisogno.

Ottaviano ci ha comunicato che l’accessibilità viene dichiarata dai locali tramite un questionario e che il loro staff verifica poi che sia realmente accessibile. Grazie a queste informazioni e grazie al nostro modo di verificare, sicuramente troveremo molti locali accessibili e che si mangia bene 😉

p.s ovviamente ci sono anche altri ristoranti accessibili in ogni città, pure a Piombino, ma qui parliamo di quelli inseriti nella guida del Gambero Rosso, al resto ci dobbiamo pensare tutti noi 😉

Grazie a Carlo Ottaviano, il suo staff e 01design.


Hotel Terradimare a San Teodoro in Sardegna con stanze accessibili

11
4
Gennaio

Sempre grazie a Silvia continuiamo nel nostro turismo accessibile e vi parliamo di un Hotel Resort a San Teodoro in Sardegna dal nome “Terradimare“. Posto splendido e struttura che offre diversi servizi ma soprattutto possiede stanze accessibili con bagni ben attrezzati.

Il Resort Terradimare è ubicato in uno dei luoghi più noti della costa orientale della Sardegna, San Teodoro.

L’architettura rigorosa si ispira alla modernità e al design con l’utilizzo di alcuni elementi architettonici che riconducono al territorio.

65 unità abitative suddivise in Residence, Camere Comfort, Camere Classic e Junior Suite il tutto accompagnato da un servizio curato di ristorante, bar, mini club e sala riunioni.

Vediamo le foto dei bagni nelle stanze accessibili, ci sono diverse tipologie:

Direi ben fatti i bagni e ben attrezzati. L’Hotel dispone di molti servizi ma purtroppo non tutti accessibili, come ci spiega onestamente il gentilissimo Direttore Antonio Doddo:

La piscina non è accessibile, per il resto tutte le zone della struttura sono accessibili, non ci sono barriere architettoniche anche perche i servizi sono tutti al piano terra mentre le stanze del 1° piano sono facilmente raggiungibili con l’ascensore interno. Anche il centro benessere è accessibile attraverso l’ascensore anche se sauna, bagno turco e idromassaggio non hanno però particolari aiuti per i portatori di handicap.

Vediamo altri bagni accessibili:

Queste sono 2 foto del bagno della Junior Suite:

Antonio ci ha riferito anche che a 1 km. c’è la spiaggia e dovrebbe essere accessibile, di questo vi facciamo sapere al più presto.

Per ulteriori informazioni:

tel. 0784 851116

fax. 0784 852016

info@hotelterradimare.it

www.hotelterradimare.it

Note della Redazione:

Ricordiamo sempre che i disabili non sono fatti con lo stampino e ognuno ha le sue esigenze, pure con malattie simili. Sempre meglio quindi chiedere ulteriori informazioni prima di prenotare e certamente sia noi che il Direttore dell’Hotel vi risponderemo. Ci spiace che alcune zone e servizi non abbiano l’attrezzatura adatta per garantire anche l’utilizzo a disabili, ma chissà, magari in futuro anche “stuzzicati” da noi potremmo trovare sorprese 😉

Grazie.


Turismo accessibile: schede gold e percentuale accesso disabili

1
1
Gennaio

Turismo accessibile: vi presento e descrivo due particolarità del nostro operare che riguardano gli Hotel, B&B, Agriturismo e altre tipologie del genere: le schede “gold” e il nostro “bollino” sulla percentuale di accessibilità.

Queste due possibilità sono aggiunte agli articoli riguardo le strutture recensite personalmente dal nostro staff.

La scheda “Gold” sono pagine web di grafica ben curata e con le informazioni comprensive di foto e video prese dai nostri articoli, presentate in un modo più d’impatto e stile. Un segno di riconoscenza verso le strutture che si sono rilevate particolarmente disponibili invitando il nostro Staff a eseguire personalmente il reportage sulla loro accessibilità.

Potete vedere due esempi nei link sottostanti:

Grand Hotel Adriatico – Firenze

Hotel Silver – Milano

In queste schede c’è anche il nostro “bollino” (e logo) sulla percentuale di accessibilità a disabili ottenuta dalla struttura.


La percentuale è il risultato di una serie di caratteristiche giudicate dal nostro staff, che alla fine danno la somma.

Si parte dall’accessibilità dell’entrata di una struttura, al possedere l’attrezzatura nei bagni adatta a disabili (maniglioni, sedile nella doccia, ecc), il terreno circostante, l’accessibilità ai vari locali (ristorante, sala colazione, ecc), eventuali piscine accessibili ecc.

Come ricordiamo sempre, i disabili non sono fatti con lo stampino e può accadere di avere esigenze diverse anche tra disabili con malattie simili. Vi consigliamo quindi di chiedere qualche informazione in più sia a noi dello staff sia direttamente alla struttura, così da garantirvi l’idoneità per le vostre esigenze.

Siamo disponibili a suggerimenti su come migliorare e ampliare i nostri servizi.

Lo staff.


Il Viandante Hotel a San Teodoro

2
29
Dicembre

Eccoci a parlare di una struttura accessibile nella bellissima Sardegna, per la precisione a San Teodoro e si chiama “Il Viandante“. Un turismo accessibile deve certamente prevedere questa splendida Isola e quindi siamo ben lieti di parlarne.

Hotel affittacamere nuovissimo nel centro di San Teodoro, a pochi metri dalla piazza principale del paese. Da qui è possibile raggiungere con facilità tutte le più belle spiagge della zona e le favolose località della Sardegna (Costa Smeralda, Nuoro, Ogliastra, Cagliari, Sassari).

Costruito secondo quelle che sono le caratteristiche tipiche della tradizione mediterranea, l’Hotel può essere considerato come un giusto punto di equilibrio per chi deve alternare delle giornate di mare a delle giornate di completo relax.

La struttura è composta da camere divise tra: camere matrimoniali, doppie SINGLE-USE e camere triple.

Tutte le camere dell’albergo sono perfettamente insonorizzate ed ognuna è diversa dalle altre per quanto riguarda i colori e gli arredi.

Ogni camera doppia, di circa 16 metri quadri, ha ingresso e bagno indipendenti, dispone di TV color con impianto satellitare (con satellite ASTRA), impianto di condizionamento freddo/caldo, minibar, veranda coperta e cassetta di sicurezza. Nelle eventuali camere triple sono a disposizione della clientela “Puff-letto” e culle per i neonati.

Servizi:

l trattamento base offerto dall’Hotel è la formula B&B, ovvero camera e colazione, ma il punto di forza del servizio di prima colazione sono gli alimenti offerti alla clientela: tutti prodotti freschi quali crostate alla ciliegia e all’albicocca e confetture varie di mandarino, fragola, pesca e albicocca.

Qualora la clientela volesse, è possibile usufruire del trattamento di Mezza Pensione (da richiedere in loco) grazie alla collaborazione con il Ristorante Pizzeria “Gallo Blu”, attiguo alla struttura, dove la clientela potrà eventualmente consumare la cena. (il Ristorante è accessibile ma il bagno non ha i maniglioni, la titolare ci ha promesso adeguerà quanto prima e noi controlleremo. ndr )

Posizione:

Il Viandante si trova nel centro di San Teodoro, ridente paese sulla costa Nord-orientale della Sardegna a soli 23 km da Olbia.

Sito a soli 50 metri dai locali commerciali del paese quali ristoranti, pizzerie, boutiques e dalla famigerata “passeggiata serale estiva“. Le spiagge più famose, quali “La Cinta” e “Cala D’Ambra“, distano solo 1500 metri e 800 metri dall’albergo.

(La spiaggia “La Cinta” ci è stata dichiarata accessibile, abbiamo contattato la Pro Loco con la promessa che ci faranno avere descrizione e foto dell’accessibilità. ndr)

Contatti:

Il Viandante
Via Cala d’Ambra, 8
08020 San Teodoro (OT) – Sardegna

Sito Web: www.ilviandantehotel.com

E-mail: info@ilviandantehotel.com

Tel.: (0039) 0784.865407, (0039) 339.5672449
Fax: (0039) 0784.852315

Note della Redazione:

Ricordiamo come sempre che i disabili non sono fatti con lo stampino, quindi invitiamo a chiedere maggiori informazioni se si desidera prenotare. Ciò che può essere una mancanza per un disabile, può non esserlo per un’altro. Sia noi che la struttura stessa saremo ben lieti di aiutarvi a decidere meglio.

Ringraziamo Silvia Delogu per la segnalazione.


La Barcellona vissuta da Roxi

3
27
Dicembre

Per me come per qualsiasi altra persona con problemi di movimento, Barcellona è “un’esperienza” con le virgolette. Trovarsi in una città che ha fatto di tutto e di più per renderti libero di visitarla, ti fa sentire come se stessi per sfondare una porta e la trovassi improvvisamente aperta, per noi contratti disabili italiani, che giustamente quando ci muoviamo ci aspettiamo il peggio, Barcellona è un grande respiro di sollievo. Tra le città al Top per il turismo accessibile. E’ la consapevolezza che è possibile rendere una città accessibile a tutti. basta volerlo e fare scelte lungimiranti ma, come sapete, su questa riva del mediterraneo è tutto molto più difficile e per molti versi impossibile.

Inizio di novembre e io e Giorgio siamo a Barcellona, una città “muy especial por los discapacitados” come ci dice subito il simpatico tassista che ci porta dall’aereoporto al nostro albergo che sta nel Barrio Gotico, a due passi dalla cattedrale da una parte e a due passi dall’altra da Plaça Catalunya dove ci sono taxi e autobus. Si chiama Catalonia Albinoni, avinguda portal de l’angel, 17 una strada pedonale piena di bei negozi da Benetton a Cartier a le Corte Ingles i grandi magazzini di Barcellona. una strada piena di gente, musica e movimento fino a tarda ora, una strada che sfocia nei tanti vicoli dell’isola pedonale dove trovare ristorantini caratteristici non per turisti.

E’ un albergo accessibile, c’è l’ascensore e la stanza per disabili è spaziosa con un grande bagno senza bidè con la vasca; ci sono solo dei maniglioni intorno al water e un maniglione alla parete della vasca, per me che cammino con le stampelle va benissimo, non so se è abbastanza per chi non può scendere dalla carrozzina. Lo segnalo comunque per l’ottima posizione (è a pochi passi anche dalle ramblas), al porto si può andare a piedi in un quarto d’ora e così anche al passeig de gracia (Casa Batllo e casa Milà) e pur essendo in mezzo al casino è silenziosissimo visto che avevamo la finestra della camera sul cortile interno. Abbiamo fatto delle ottime dormite perchè il letto è comodissimo e il cuscino pure tanto che me lo volevo portare, è la metà dei nostri come larghezza e così non l’ho mai visto da noi. L’unica cosa che vi consiglio è di non fare colazione lì perchè costa lo sproposito di 16 euro a testa, mentre appena fuori ci sono bar di tutti i tipi e gusti dove potrete fare colazione a prezzi normali.

Il capolavoro di Barcellona è la “sagrada familia” la chiesa più particolare d’europa dove il genio di Gaudì si è espresso al massimo. Lui ci ha abitato per 14 anni e lì nella cripta è anche la sua tomba. Essendo ancora in costruzione è difficile rendersi conto di quanto sia originale e minuto il suo lavoro, si ammira la totalità ma Gaudì ha studiato anche il minimo particolare e tutto ha un significato religioso filosofico e molto ispirato alla natura. Ovviamente è accessibile ma essendo molto frequentata dai turisti e l’interno occupato da gru e quant’altro la nostra visita è stata abbastanza veloce e su percorsi obbligati. Comunque il fascino di questa chiesa è indimenticabile!!! un altra opera importante di Gaudì da vedere a barcellona (oltre alla famosa casa batllò della quale vi ha già parlato Max) è casa Milà o la Pedrera un’edificio che non ha una sola parete diritta. E infatti la casa dà la sensazione di essere formata da una serie di onde di pietra. La famiglia Milà abitava in un appartamento al primo piano che è visitabile ed è molto carino, un appartamento cristallizzato all’inizio del ‘900 dallo studio alla camera da letto al bagno con tutti mobili e suppellettili dell’epoca. All’ultimo piano c’è un museo dove si possono vedere modelli e spiegazioni dell’opera di Gaudì. Ma il punto forte della Milà, a differenza di casa batllò, è che si può arrivare con l’ascensore fino al tetto. A dire il vero una volta usciti dall’ascensore si rimane lì in un piccolo spazio, mentre intorno a voi si elevano scale e i terrificanti camini chiamati ” espantabruixas” spaventastreghe. anche se non ci si può spostare più di tanto, è divertente la vista.

Un’altra opera di Gaudì da non perdere è Parc Gùell, dal nome di un grande amico e mecenate di Gaudì. Bisogna entrare dall’ alto in maniera che si scende invece di salire, visto che ci sono parecchie scale. E’ un’opera progettata come città-giardino, rimasta incompiuta ma è uno degli spazi verdi più originali con colonne doriche, una piazza con una grande panchina multicolore a serpentina, un drago coloratissimo alla sommità di una grande scalinata e due casette di marzapane (così le ho chiamate io!) che sembrano uscite dalle fiabe e sono in realtà le case del custode.

A Barcellona ci sta una collina che si chiama montjuìc che è un punto panoramico della città, dove ci sono diversi musei e cose da vedere. Noi abbiamo visitato la fondazione Joan Mirò. questo artista di barcellona inventò e sviluppò uno stile surrealista particolarmente legato al mondo onirico e nella sua fondazione, un edificio bianco totalmente accessibile, ci sono le sue bellissime opere: quadri sculture e arazzi molto colorati e particolari, affascinanti. Appena fuori dalla fondazione, a breve distanza c’è un bel ristorante che si chiama el xalet e lo segnalo perchè oltre a mangiare benissimo ha una spettacolare vetrata panoramica dalla quale si vede tutta la città. Unico neo, non è molto economico!!

A montjuìc c’è anche una teleferica che scende fino a Barceloneta e ci sarebbe piaciuto prenderla, è accessibile alle carrozzine, ma dopo aver girato molto per cercarla abbiamo scoperto che non funzionava! Peccato sarà per la prossima volta!

Tornando in città siamo tornati sulle ramblas, era sera ormai, e siamo andati a vedere il mercato de la boqueria che resta aperto fino a tardi con i suoi banchi di pesce e molluschi, di frutta e generi alimentari. Abbiamo comprato qualcosa, tra i quali i fichi per scoprire che sono un po’ diversi dai nostri, buoni ma meno dolci. Andare in vacanza significa anche scoprire nuovi sapori, provare qualcosa di nuovo. Per esempio, alla taverna basca, un ristorantino all’interno dell’isola pedonale del barrì gotic io ho mangiato funghi con creste di gallo!! non avrei mai pensato di poterle mangiare, e invece erano buone. Tornando alla boqueria, attraversando la rambla proprio di fronte al mercato si trova il museo dell’erotica e rimaniamo in tema, perchè amore e cibo vanno bene insieme! Il museo ha una scala ripida sulla parte che dà sulla rambla ma non preoccupatevi che è accessibile perchè vi fanno fare il giro nella viuzza dietro, e si sale con un montacarichi. E’ un museo molto serio, che ripercorre l’erotismo nelle varie culture attraverso statuette quadri e disegni.

Rimanendo in tema di musei un po’ particolari a Barcellona c’è anche il museo delle carrozze funebri, ma non ricordo più dov’è perchè non è segnalato da nessuna guida. Giorgio l’ha scoperto sulla cartina dell’albergo e siamo andati a vederlo. E’ un museo che sta nel sotterraneo di una grande azienda nel tema. Infatti per portarci giù nel museo ci hanno fatto entrare negli uffici dove gli impiegati stavano lavorando e tutti ci hanno salutato cordialmente.

Il museo diciamo ripercorre le usanze di trasporto all’ultima dimora nel tempo, e così ci sono carrozze, automobili etc.

Un altro museo particolare sta nella stessa via del museo picasso, ed è il museo del souvenir…sono esposti in modo molto creativo oggetti e creazioni che vengono venduti nei vari paesi del mondo.

Una delle cose che volevamo fare a Barcellona era andare a vedere il museo Dalì a figueras. Figueras è a circa due ore di treno da Barcellona e prima di partire mi sono informata sul sito delle ferrovie spagnole che si chiamano renfe e ho visto che tutti i giorni partono dalla stazione saints di barcellona diversi treni accessibili che si chiamano catalunya espress. Nel sito era anche specificato che se si aveva bisogno di assistenza bisognava informare prima e chiamare un numero telefonico. io ho preso nota ma poi non abbiamo chiamato…e come ho già detto, ho fatto il viaggio in treno più rilassato della mia vita. Non solo la stazione non ha un gradino ma un’ascensore trasparente usata da tutti vi porta al binario di partenza e il treno che arriva ha un vagone disabili che ha una rampetta che dà accesso a un grande scompartimento con due sedili e il posto dove ancorare la carrozzina. Una meraviglia!!!

La stazione di figueras è molto piccola e per raggiungerla una volta scesi dal treno, bisogna attraversare i binari attraverso una rampa fatta apposta e anche qui non ci sono difficoltà. Al ritorno invece, della serie non può essere tutto così facile, il catalunya express che ci aspetta sui binari non ha il vagone disabili e bisogna fare i soliti gradini. Chiediamo informazioni al capotreno e dal nulla si materializzano due o tre persone, personale della ferrovia, per aiutarci…una volta sul treno ci hanno messo nell’angolo dell’entrata, proprio di fronte al bagno che aveva il simbolo disabili sulla porta, che era il più grande bagno che ho mai visto su un treno ma comunque una carrozzina non entra, e il vagone aveva lunghi tavoli fra i sedili dove la gente attaccava i portatili e quindi nemmeno lì poteva entrare una carrozzina. Il capotreno poi ci ha chiesto di scendere a saints e lui ha avvisato del nostro arrivo e quando siamo arrivati a Barcellona, ci sono venuti a prendere con un aggeggio manuale che formava una rampa e dopo qualche difficoltà e di fronte a un pubblico non pagante, sono trionfalmente sbarcata a barcellona.

Il museo Dalì a Figueras non è molto lontano dalla stazione e si può andare a piedi; è un museo fantasmagorico come il suo autore e purtroppo non è tutto accessibile, ma quello che potete vedere è assolutamente sufficiente…e inoltre vi fanno pagare un solo biglietto!!! dalì era nato a figueras e nel 1974 trasformò il teatro della città che era in rovina nel suo museo e lì ora è anche la sua tomba. All’entrata nel cortile principale c’è una cadillac che è chiamata taxi plujòs (taxi piovoso) perchè se mettete una moneta scende pioggia dentro la cadillac.

Tutto il museo è particolare ed eccentrico come il suo autore ed è un’esperienza che davvero consiglio. si possono vedere molte sue opere superando qualche gradino e anche la sua tomba circondata da sei serpenti d’oro da lui disegnati. sembra di nuovo un teatro ma un teatro surrealista…il luogo giusto per capire questa terra e i suoi artisti.Per finire parliamo un po’ del port vell e dell’acquario. Tutto è accessibile al punto che lì al porto non c’è la pista ciclabile come da noi, ma c’è la pista carrozzine…una pista con disegnato sopra il simbolo disabili!! ovviamente l’acquario è accessibile e ricorda un pò quello di Genova, l’unica grossa differenza è lo spettacolare tunnel dove gli squali e gli altri pesciotti vi nuotano sulla testa.

Un’altra cosa che potete fare al porto è prendere una golondrinas (rondini), così sono chiamati i battelli a due piani che vi portano a fare un giro di un’ora dal porto alla costa di Barcellona. Noi l’abbiamo preso perchè volevamo fare un giro sul mare dopo tanti musei, ma vi avviso che la vista non è proprio indimenticabile. non c’è molto da vedere, ma il mare è il nostro vecchio mediterraneo ,il vento il sole e i gabbiani ci sono tutti…


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