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Roma Accessibile: il racconto di Claudio e Anna

7
Gennaio

I nostri amici Claudio (disabile con carrozzina elettrica) e la sua fidanzata Anna sono stati a Roma. Ecco il loro racconto.

Ciao sono Claudio e sono andato in vacanza a Roma all’hotel Medici in via Flavia 96 in zona Porta Pia con Anna la mia fidanzata. Io e Anna siamo andati con la mia macchina attrezzata di pedana elettrica e la mia carrozzina anch’essa elettrica. Ha guidato lei e per la mia stella è stato un viaggio, a ragione faticoso.

Passo subito a dire che scegliere l’albergo è stata abbastanza facile da un certo punto di vista a livello di accessibilità, infatti ho dei link che posto immediatamente che contengono alberghi adatti ad ospitare persone disabili, tuttavia da esperienza personale è meglio scrivere e chiedere delle informazioni dettagliate sull’accessibilità. In tal senso e i dipendenti dell’albergo sono stati molto chiari già in fase di prenotazione dicendomi chiaramente che la carrozzina elettrica non poteva salire in ascensore perché era piccolo e ci entrava solo una carrozzina manuale standard. Dopo che mi hanno rassicurato tramite mail che potevo caricare la mia carrozzina nell’hall del hotel, prenoto. Decidiamo di utilizzare l’auto mia dotata di di pedana elettrica per caricare i bagagli e la mia carrozzina anch’essa elettrica. Decisione presa da me perchè non sapevo come raggiungere l’albergo con i bagarli. Infatti io mi sarei mosso autonomamente con la carrozzina elettrica ma Anna avrebbe dovuto portare i bagagli miei e suoi in strada da Temini a Porta Pia cosa che a mio avviso era troppo scomoda per il mio tesoro. Infatti sapendo che a Roma era impossibile usare i mezzi pubblici per numerosi inconvenienti con le pedane, ho preso questa decisione. Con il senno di poi, se dovessi tornare a Roma userei il treno e chiamerei dei pulmini per muovermi in città.

Ora passo a descrivere l’hotel dal punto di vista dell’accessibilità e del personale:

Per entrare in hotel c’è un gradino di 2cm che si supera agevolmente (vedi foto sottostante) e 2 porte in legno piuttosto pesanti che qualcuno deve aprine, nel mio caso è stata Anna ad aprirle.

Per accedere all’ascensore c’è una salita facile da superare, ecco la foto:

Purtroppo l’unica foto dell’ascensore è venuta mossa ma garantisco che una carrozzina manuale ci sta dentro.

A questo punto spendo 2 parole sul personale dell’hotel che è molto simpatico e disponibile ad aiutate in tutte le esigenze, da quelle normali (tipo trovare un ristorante dove mangiare) a quelle un po’ più specifiche (come per esempio mettere sotto carica la carrozzina elettrica durante la notte), come potete vedere dalla foto sottostante:

La sala della colazione era inaccessibile per via di alcuni gradini che ne impedivano l’accesso tuttavia a noi ci hanno portato la colazione in camera tutti i giorni senza farci pagare nulla per il servizio. Se non faceva tanto freddo c’era anche l’alternativa di farci portare la colazione nel giardino dell’albergo, noi per comodità come ho già detto, abbiamo optato per la colazione in camera :-).

L’unica camera attrezzata per i disabili di questo hotel è la 112 ed larga con un bagno altrettanto largo. Come noterete ci sono 2 maniglioni per il water e 2 per la doccia, un maniglione è predisposto intelligentemente tra il water la doccia ed è condiviso per entrambi i servizi. L’impianto doccia non ha il gradino, per cui è accessibile e in bagno c’è anche uno sgabello in plastica per sedersi e fare la doccia, nella foto è lo sgabello dove Anna ha messo su il suo beauty rosso.

Come dicevo la camera è molto grande e ecco qui alcune foto che rendono l’idea, questa è la porta d’ingresso:

Questo è il letto matrimoniale piuttosto largo e alto in modo che è più facile essere messo su una carrozzina per chi usa la carrozzina manuale. Io l’ho trovato comodo perchè era sufficientemente alto per alzarmi da solo:

E infine la distanza tra il letto matrimoniale e il bagno che rende l’idea della grandezza della camera, si gira tranquillamente con la carrozzina manuale.

L’hotel lo consiglio per i disabili che sono in carrozzina manuale o chi come me cammina in casa e usa la carrozzina elettrica per spostarsi in strada.

Claudio e Anna

n.d.r. Fine prima parte…nel prossimo articolo leggeremo di come si sono spostati in città…


Il costo della propria indipendenza

4
14
Agosto

“Il denaro non fa la felicità” questo è ciò che si dice sempre e direi che in molti casi posso anche concordare. Ci sono innumerevoli esempi di persone senza problemi finanziari che sono state infelici e hanno finito tristemente la propria esistenza. Al limite il denaro può dare un po’ di serenità o comunque eliminare meno problemi materiali, cosi da darti più tempo per coltivare ciò che ti far star bene, ma non la certezza della felicità.

Certo, è una frase più facile da sentire da un ricco che da un povero, ma molti sono giustamente convinti di questo.

Propongo però una questione diversa, se l’accostiamo alla propria indipendenza, si potrebbe fare la stessa equazione? Esplico meglio il dilemma analizzando la mia vita e le difficoltà che può comportare non abbondare di denaro.

Carrozzina Meyra

2 anni fa sono stato costretto a cambiare la mia carrozzina elettrica, l’altra non ne poteva più, dopo 10 anni. Fino a 20 anni fa le U.S.L passavano l’intera somma per acquistare una carrozzina del genere, apprescindere dal modello scelto. Poi gli italiani si sa come sono, quando c’è qualcosa che si può ottenere gratis ne approfittano eccessivamente e fioccavano richieste di modelli spropositati per l’esigenze di alcuni. Cosi decisero di mettere un tetto, più di una certa cifra non veniva più erogata, il resto uno doveva e deve ancora metterlo da solo.

Direte voi, e quanto mai può costare un mezzo del genere? bè, quella che vedete in foto costava 6,900 euro, praticamente il prezzo di un utilitarià. Però non ho l’aria condizionata, i vetri elettrici e manco lo stereo.

L’elevata somma non è certo data dal valore reale del mezzo. L’essere un derivato dell’ortopedia e ovviamente non prodotto in larga scala, come può accadere ad un auto, fa si che il prezzo salga…

Un giorno un assistente sociale mi disse: “nella vita bisogna anche sapersi accontentare...” Non penso certo di non averlo fatto nella mia vita, anzi, mi sono dovuto forzatamente accontentare di molte cose. In questo caso però gli risposi: “mia cara, accontentarsi? sarebbe come dirle di camminare con una gamba sola per risparmiare sulle scarpe…”

Si, perchè la differenza tra un mezzo e l’altro è proprio questa. Quelli più performanti e costosi, ovviamente ti permettono più libertà e di superare svariate barriere architettoniche, che purtroppo abbondano ovunque. In poche parole, dove vai con una non vai con l’altra.

Questa volta mi è andata sicuramente meglio della precedente, in quell’occasione costava ancor di più e fui costretto a mettere 5 milioni delle vecchie lire di tasca mia, tasca mia si fa per dire, presi un prestito.

Comunque le U.S.L passavano 4,500 euro e il resto mi fu concesso dalla regione come aiuto personale. Somma che si può richiedere solo ogni tanto, non sempre c’è denaro disponibile e le richieste sono tante.

Torniamo alla questione iniziale, applichiamo l’equazione a chi la natura gli da in eredità limiti fisici. Facciamo finta io sia ricco. Cosa cambierebbe?

Potrei evitare di dover aspettare di entrare in casa, se non c’è mia moglie, sperando passi qualcuno che mi apra il portone. Da solo non riesco. Un congegno elettronico, un telecomando e via.

Potrei evitare di sperare sempre in qualcuno se vogliamo farci un viaggio e ci serve un passaggio alla stazione o aeroporto. Un auto nostra e via. Molti disabili Eviterei potrebbero smettere di ricordarsi che gran parte del mondo non lo vedranno mai. Direte voi, ma questo vale per tutti, anche chi non ha problemi fisici senza soldi non viaggia. Vero, ma c’è 2 differenze. La prima è che non si tratta di andare alle maldive, ma anche solo semplicemente uscire dalla propria città. La seconda è che se pur complesso e difficile, chi non ha limiti fisici possiede sempre un opzione in più, quel tocco di pazzia che potrebbe dirti: “ok, prendo uno zaino, un treno e fuggo…”

Uno potrebbe evitare di farsi lavare su una sedia come una macchina all’autolavaggio, visto che non magari non ha la vasca attrezzata.

Si potrebbe avere una casa domotica, di quelle tutte automatizzate.

La lista potrebbe continuare, ma credo basti questi esempi per capire che purtroppo il denaro conta e la sua assenza può enfatizzare i propri limiti fisici.

La tecnologia dovrebbe essere alla portata di tutti coloro a cui aiuterebbe a vivere meglio, sennò a che cavolo serve o no?


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Chi siamo

“Diversamente Agibile” nasce dal presupposto che nessuno meglio di chi ne usufruisce può recensire un servizio.

In questo caso si parla di accessibilità a strutture e attrazioni turistiche in genere (hotel, bar e ristoranti, musei, ecc...).

Ecco l'idea creare questo sito/blog dove raccogliere tutte le esperienze di persone disabili, con reportage scritti, fotografici e filmati dei loro viaggi, in modo da fornire informazioni utili ad altri disabili che vogliono frequentare gli stessi posti. Ovviamente ci potranno essere anche note negative se vi sono incontrate barriere architettoniche o disservizi. La collaborazione è il cuore di questo progetto.

Inoltre le strutture stesse ci possono informare sulla propria accessibilità, offrendo però qualcosa in più della semplice segnalazione che vediamo in molti siti web...

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