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Il finale del viaggio interrail di Toppe: Berlino e Norimberga

19
Settembre

Eccovi la parte finale del viaggio della nostra amica Toppe in interrail, le prime due parti potete leggerle QUI e QUI. Il suo lungo viaggio è stato sicuramente a tratti difficile e non molto accessibile ma questo non vuol dire che un disabile non possa avventurarsi anche dove l’accessibilità non è perfetta. Siamo o non siamo anche noi avventurieri? 😉

Berlino:

Ho alloggiato per due giorni in un ostello, il Lette’m sleep. All’entrata c’è un gradino; la mia stanza – con una porta tagliafuoco a dire il vero un po’ pesante – era al piano terra, così come il bagno per disabili.

lette sleep

La doccia è abbastanza accessibile; mi hanno detto di avere addirittura la sedia a rotelle per doccia, ma in quel momento era rotta e mi hanno fornito una normale sedia di plastica, anche in questo caso ben stabile contro il muro.

bagno

Poi ci siamo trasferiti in un appartamento, all’indirizzo Kurfürstenstrasse 72, 10787 Berlin, Berlin-Tiergarten, City West (questo ed altri appartamenti sono prenotabili su accomodation-berlin.org).

E’ ampio e confortevole, con due stanze da letto e una cucina ben fornita di elettrodomestici; nel palazzo c’è un comodo ascensore.

Purtroppo il bagno non è per disabili, infatti il water è incastrato tra il muro e il lavandino; tuttavia sono riuscita ad affiancarmi un po’ di sbieco, sul davanti. La doccia è in una stretta cabina chiusa e rialzata… preparatevi a lavarvi nel lavandino!

Trasporti:

Informazioni e mappe dei trasporti senza barriere (in inglese):

http://www.bvg.de/index.php

A Berlino la difficoltà maggiore non sarà trovare trasporti accessibili, ma… orientarsi: la rete è enorme e intricata per un italiano… provinciale! Controllate sempre a che linea portano i vari ascensori; mettete in conto di sbagliarvi e girare un po’ per i lunghi corridoi.

Ad esempio: se nella stazione centrale Hauptbanhof volete prendere la U2 verso AlexanderPlatz, vi troverete sconfortati di fronte a una scalinata… anche se non vedrete nessuna indicazione in merito, l’ascensore c’è: si trova percorrendo tutto il corridoio della U5.

Norimberga:

Anche a Norimberga abbiamo alloggiato in un ostello Lette’m sleep. All’ingresso c’è un gradino; poco più avanti ce ne sono altri due, insieme, superabili tramite una rampa “mobile” (ovvero due lastre di metallo a “larghezza ruota” da sistemare sui gradini) che viene lasciata appesa al muro e deve essere presa all’occorrenza.

ostello norimberga

L’ascensore è di medie dimensioni e ha una porta da aprire manualmente. Il bagno per disabili è in comune (ma prima del mio arrivo lo tenevano chiuso a chiave) e, nel mio caso, si trovava su un altro piano rispetto a quello dov’era la nostra stanza (in ogni caso si può raggiungere in autonomia, usando l’ascensore).

L’entrata del bagno è curiosamente “in salita”, creando il dislivello visibile nella foto:

bagno disabili norimberga

Il vano della doccia può sembrare stretto, ma ci si può collocare una sedia e affiancarvi la carrozzina, rimanendo un po’ di sbieco.

doccia norimberga

Il centro di Norimberga è davvero piccolo e si gira tranquillamente a piedi. In ogni caso, non riuscirete a trovare nessuna mappa sull’accessibilità della metro di Norimberga: semplicemente perché – tenetevi forte – qui tutte le stazioni sono accessibili.

Quindi… rilassatevi e buon viaggio.

note-della-redazione

I dati sulle varie accessibilità sono stati forniti dalle fonti citate nell’articolo, facciamo presente che i disabili non sono creati con lo stampino e quindi ci possono essere delle esigenze differenti anche con malattie simili. Consigliamo dunque di non esitare a chiedere ulteriori informazioni lasciando commenti oppure scrivendo alla redazione, sicuri e speranzosi di avere la gentilezza dell’autore dei reportage di darci altre informazioni se in suo possesso.


Stefano con gli amici a Barcellona: diversamente fumetti

10
17
Settembre

Il nostro amico Stefano tempo fa ci ha raccontato del suo viaggio a Barcellona e ora vi mostriamo come nostra usanza fare il “Diversamente Fumetto” della sua bella avventura.

stefano a barcellona prima partestefano a barcellona parte 2


Silvia ci racconta la Finlandia

2
1
Settembre

Caro Max, ecco il mio racconto sul mio viaggio in Finlandia! Le mie tre settimane di permanenza in un paese sperduto di 10.000 abitanti di nome Joutseno, in cui ho sperimentato un’esperienza di volontariato europeo, non mi hanno precluso la possibilità di fare qualche escursione nei paraggi!

Inizio col dire che la Finlandia è un paese davvero molto accessibile e che l’attenzione per le persone disabili non è limitata solo alle grandi città ma in ogni parte della nazione!

helsinki

Iniziamo dai taxi. Esistono dei taxi specifici per il trasporto di persone i carrozzina, sono dei mini-furgoni dotati di pedana, 3 posti carrozzina e 4 o 5 sedili. E’ possibile rimanere comodament seduti sulla propria carrozzella durante il tragitto, tanto sono dotati di molte cinture di sicurezza che bloccano la carrozzina. Questi taxi devono essere prenotati con un certo anticipo poiché non ce ne sono molti in giro. Questo è il numero da contattare se vi trovate ad Helsinki 35895885361 oppure 01007444. Se parlate inglese non avrete problemi a comunicare, quasi tutti i finlandesi masticano un ottimo inglese. In alternativa il personale di assistenza dell’aeroporto sarà ben lieto di telefonare per voi. Il vero inconveniente del taxi è il costo poiché oltre al prezzo della corsa dovrete aggiungere 13.50 euro per ogni carrozzina che verrà caricata sul mezzo! Noi ne avevamo 3 ed abbiamo pagato ben 40 euro di carrozzine più 5 euro di corsa! Una bella fregatura! Volendo potete anche prendere un taxi normale, chiudere la vostra car nel portabagagli e risparmiare un po’ di soldi!

Per quanto riguarda i mezzi di trasporto pubblico sono accessibili anche ai passeggeri con disabilità; alle fermate bus sono presenti gli orari di transito delle vetture ed è indicato se la linea è accessibile o meno.

treni in finlandia

Durante il mio viaggio ho potuto spesso testare i treni. Devo dire che sono davvero fantastici, sono per il 95% allo stesso livello della banchina per cui non c’è bisogno di carrelli elevatori per salirvi. Inoltre ogni volta che i conducenti del treno arrivano in una stazione controllano se ci sono passeggeri con difficoltà che devono salire sul treno. Sono loro stessi a svolgere il ruolo di assistenti, scendono dal treno, ti aiutano con le valige e ti danno una mano a salire. La distanza tra la banchina e l’ingresso del treno è tipo quella che c’è quando si deve salire sulla metropolitana. Perciò esiste una micro-pedana di max 3 cm, comandata elettricamente da un pulsante posto sul portellone del treno, che serve a colmare quel piccolo gap che si supererebbe tranquillamente impennando la carrozzina. Evidentemente hanno pensato anche alle carrozzine elettriche! All’interno della carrozza accessibile ci sono almeno 4 se non 5 posti carrozzina e, come in Italia, l’accompagnatore non paga il biglietto.

Helsinki è completamente pianeggiante, ogni marciapiede è munito di scivolo e le strade sono molto ampie. Si respira un’aria di modernità e di tranquillità, non c’è smog, non c’è caos, c’è tanto verde! Da segnalare l’escursione all’isola di Suomenlinna, di fronte Helsinki, raggiungibile con 15 minuti di traghetto che partono dalla piazza del mercato. E’ un posto paradisiaco, pieno di quel verde tipicamente Finlandese e di quei paesaggi immacolati in cui respirare pace assoluta! Sull’isola è possibile ottenere dal centro informazioni una cartina in cui vengono consigliati i percorsi più indicati per chi viaggia seduto su 4 ruote!

Suomenlinna Island

Silvia

p.s.: ti allego una foto del treno e due foto di Helsinki… Ciao!

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I dati sulle varie accessibilità sono stati forniti dall’autore dell’articolo, facciamo presente che i disabili non sono creati con lo stampino e quindi ci possono essere delle esigenze differenti anche con malattie simili. Consigliamo dunque di non esitare a chiedere ulteriori informazioni lasciando commenti oppure scrivendo alla redazione, sicuri e speranzosi di avere la gentilezza dell’autore del reportage di darci altre informazioni se in suo possesso.

Grazie.


Thailandia: ultima parte del racconto di Claudio

31
Agosto

5 giorno

Eccoci al giorno clou della vacanza. Oggi si parte per Buriram/Surin e si visita il tempio khmer di Phanom Rung il piu’ famoso della Thailandia. Si parte da Khorat diretti verso il sud della provincia di Buriram, dopo un centinaio di chilometri prendiamo la seconda multa per eccesso di velocità, anche stavolta è vero, e stavolta ci rilasciano pure la ricevuta. Tra l’altro il poliziotto ci dice che con quella ricevuta siamo a posto per tutto il resto della giornata, abbiamo licenza di correre , se ci fermano possiamo mostrare la ricevuta e non ci possono multare di nuovo. Bah….

La zona è completamente piatta, nemmeno una collinetta all’orizzonte, fino a che all’improvviso non se ne intravede una, e proprio sulla cima di questa collina si trova Phanom Rung. Arrivando da Khorat, la prima entrata scopriamo è anche attrezzata per far entrare i disabili, ci sono infatti delle rampe che portano all’interno del complesso. Da li si puo’ anche con un aiuto robusto arrivare fino davanti al tempio dove c’e’ la scalinata. Ci sono infatti 4 scalini non consecutivi , piuttosto alti, l’ultimo e’ altissimo un 30 cm buoni, ma con una aiuto robusto si puo’ fare.

In particolare pongo l’attenzione su questa seconda immagine. Questo bassorilievo raffigura un Dio, il Dio Isanà, che come potete immaginare da il nome alla regione dell’altipiano del nord-est della Thailandia noto come Isaan.

Tra l’altro i dei guardiani indù erano posti a guardia ognuno di un punto cardinale differente. Indra era il regnante dell’est, Yama del sud, Varuna dell’ovest, Kubera del nord, Agni del sud-est, Nirriti del sud-ovest, Vayu del nord-ovest e naturalmente Isana del nord-est. Isana comunque non era un Dio a se, ma una speciale manifestazione di Shiva come Dio guardiano.

Altre foto

Come vedete sopra la porte ci sono delle architravi, o lintel (in thailandese Thap Lang). Una di queste architravi è la protagonista di una delle canzoni più famose dei Carabao , la band thailandese più nota. E’ un lintel che raffigura il Dio Narai, uno dei dei minori indù. Perchè ha meritato gli onori di una canzone che tutti i thailandesi conoscono, e che molti dei thai che arrivano qui intonano?

Verso la fine degli anni ’60, qualcuno si accorse che dove una volta c’era un lintel raffigurante il Dio Narai ora non c’era più. Dopo una indagine, venne stabilito che il lintel era scomparso fra il 1961 e il 1965 quando qualcuno ricordo’ di aver visto un elicottero volare sopra le rovine di Phanom Rung (e infatti la canzone inizia col suono del rotore di un elicottero). Più tardi il lintel venne ritrovato presso l’Art Institute di Chicago a cui era stato donato dal miliardario americano James Alsdorf.

Nel 1988 molti thailandesi che vivevano in America chiesero con una manifestazione di protesta, a gran voce il ritorno del Phra Narai in Thailandia e il ritornello della canzone dei Carabao spasmodicamente ripete :

ao Michael Jackson kheun pai, ao Phra Narai kheun ma” cioè riprendetevi Michael Jackson , resituiteci il Dio Narai. Finalmente il lintel venne restituito con l’accordo che la Thailandia avrebbe mandato di tanto in tanto in America alcuni pezzi d’arte thailandese.

Ecco la canzone , potete ascoltare il ritornello inserito in un breve filmato: clicca qui

Scendendo alla seconda entrata, si puo’ accedere alla base del gopura principale, il famoso spettacolare ponte che conduce alla scalinata principale.

Alcuni filmati:

Il Primo.

Il Secondo.

Il Terzo.

Partiti da Phanom Rung, la discesa ci riporta in pianura, dove si trova il terzo principale tempio Khmer della Thailandia, il tempio di Meuang Tam, o città bassa.

Si riparte da Meuang Tam alla volta di Buriram dove ci fermeremo a pranzare ad un Big C.

Dopo il pranzo, partiamo alla volta di Surin, lungo la strada incontriamo l’Isaan quello delle risaie. Oltre cento chilometri di risaie, praticamente ininterrotte, bufali e vacche che pascolano. La sera ci fermiamo all’hotel Thong Tarim, forse il migliore di Surin, 740 baht una stanza deluxe. Ci fanno vedere 3 stanze, due hanno il bagno con uno scalino altissimo, la terza molto ampia, ha un bagno, anche se piccolino senza scalini. Per accedere all’hotel si puo’ entrare dalla strada, sulla destra c’e’ un ingresso laterale per i dipendenti. Da qui si arriva all’ascensore del piano terra.

Quanto può costare un viaggio così:

Dipende se uno va coi tour tutto organizzato o si arrangia da solo.

Diciamo :

Aereo : se si e’ disposti a un piccolo sacrificio (volo con scalo) si trova anche intorno ai 650 Euro A/R

Hotel : Nei post metto anche il costo degli hotel, a parte un giorno in cui sono andato in una topaia Very Happy Nei giorni successivi sono stato quasi sempre in hotel graziosi e soprattutto puliti, in alcuni casi era il meglio disponibile come a Surin (bell’hotel, la hall in marmo, receptionist professionali, facchini etc…) o piu’ avanti a Ubon. Il costo si aggirava fra i 15 euro di Khorat e i 20 di Ubon a stanza (non a persona) inclusa la prima colazione all’americana. A Bangkok un discreto hotel (parlo sempre di hotel con aria condizionata, tv satellitare , bagno pulito) lo si trova sui 40 euro a notte per stanza, e cosi’ a Phuket e altre localita’ turistiche tipo Chiang Mai.

Cibo : anche a causa dei miei problemi gastrointestinali, son “costretto” (si fa per dire Very Happy ) a mangiare in posti dove magari costa leggermente di piu’ ma e’ garantita un cibo piu’ adatto al mio palato occidentale. Di solito mangio nei centri commerciali dove c’e’ una sfilza di negozi di catene tipo Fuji (cibo giapponese di qualità), Pizza Hut (in mancanza di meglio… Very Happy ), Mc Donald’s, Black Canyon (che e’ una catena di ristorantini che fanno cibo thai pero’ “new age” lo definirei, molto piu’ adatto ai nostri palati). La spesa varia fra i 10 euro a persona da Fuji (che essendo giapponese propone soprattutto pesce), ai 5-6 euro a persona degli altri. Se si va al ristorante italiano (Bangkok e località turistiche) si spende molto di piu’, da un italiano per un primo e un secondo e da bere acqua o una bibita o birra, si spendono sui 15 euro a persona.

Trasporti : qui dipende da come ci si sposta. Se si fa il classico tour Bangkok-Chiang Mai-Phuket bisogna prendere l’aereo viste le distanze. Ci sono delle compagnie low cost affidabilissime (la Air Asia) a me non m’hanno voluto a bordo perche’ non posso salire la scaletta, ma per chi cammina non ci sono problemi. Diciamo che Bangkok-Chiang Mai-Bangkok-Phuket-Bangkok sui 150-200 euro a seconda di quanto si prenota in anticipo.

Ricapitolando : una vacanza di 15 giorni Bangkok – Chiang Mai – Phuket

Aereo 650 – 700 euro
Hotel : 300 euro
Cibo : 350 euro
Voli interni : 200 euro

Totale : 1.500 euro a persona. Diciamo 1.800 considerando le varie ed eventuali (shopping, taxi a Bangkok , taxi dall’aeroporto fino all’hotel etc, imprevisti……)

Se poi si e’ disposti a mangiare meno all’italiana e invece di hotel andare in piu’ modeste guest houses (sempre pulite e con aria condizionata e tv satellitare, ma piu’ informali) si possono risparmiare sui 300 euro. Diciamo 1.200 piu’ le spese voluttuarie.

note-della-redazione

I dati e le foto sulle varie accessibilità sono stati forniti dall’autore dell’articolo, facciamo presente che i disabili non sono creati con lo stampino e quindi ci possono essere delle esigenze differenti anche con malattie simili. Consigliamo dunque di non esitare a chiedere ulteriori informazioni lasciando commenti oppure scrivendo alla redazione, sicuri e speranzosi di avere la gentilezza dell’autore del reportage di darci altre informazioni se in suo possesso.

Grazie.


Barcellona: la seconda parte del racconto di Stefano

10
20
Agosto

Decidiamo di iniziare visitando Parc Guell e familiarizziamo con i bus TUTTI accessibilissimi, come funziona lo hai spiegato benissimo tu Max ma a breve potrete vedere un filmatino che metteremo su youtube, unica nota dolente?? l’aria condizionata all’interno, veramente esagerata anche alle ore tarde della notte. Il parco è molto bello in stile Gaudì, abbastanza insidioso per le ripide salite ma accessibile sia ad una car manuale(povero chi spinge) ma meglio per chi ne ha una elettrica.

Casa Battlò, che io non ho visitato purtroppo perchè con la mia car non entravo nell’ascensore e avrei dovuto trasferirmi su una manuale che comunque avevano in dotazione, non l’ho fatto perchè quel giorno eravamo divisi e mancavano braccia forti per il trasferimento, ma gli altri a ruota l’hanno visitata e me l’hanno raccontata con foto e video, sarà motivo per tornare a Barcellona che vi devo dire….ho visitato però casa Milà o la Pedrera come la chiamano loro, sempre costruita da quel pazzo di Gaudì, accessibilissima fino a parte del tetto tramite ascensore e personale gentilissimo.

La Sagrada familia poi, accessibile all’interno ma solamente al piano terra, ma praticamente si può ammirare poco perchè è un cantiere aperto, però nessun problema per entrare all’interno della recinzione e nessuna fila (sfruttiamo le nostre fortune nella sfortuna).

Decidiamo di vedere la Fontana Magica in Plaza de Espana, meravigliosa.

Ci concediamo anche di far visita allo splendido acquario, completamente accessibile e per cazzeggiare al cinema tridimensionale Imax.

Dietro consiglio del gentilissimo personale dell’hotel, dei ragazzi sempre molto disponibili e attraenti agli occhi delle donzelle, abbiamo avuto il grande onore di visitare il Palau della Musica con tanto di guida in catalano, un altro capolavoro del 900, anch’esso come Casa Batlò, patrimonio dell’Unescu, roba da rimanere a bocca aperta, sarebbe orgasmico assistere ad un concerto di musica classica credo in questo splendido tempio. Inutile dirvi che è tutto accessibile, bagni compresi, pulitissimi.

Inoltre abbiamo visto il Picasso anche se non sono tutto sto gallerista e due delle ragazze anche la fondazione Mirò, che a loro dire è molto bella oltre che situata in zona panoramica, inutile ripetermi sull’assenza di barriere architettoniche, ad un certo punto mi mancavano quasi guarda 😉

Per mia immensa curiosità, perchè ho letto il meraviglioso libro che consiglio, La Cattedrale del Mare di Ildefonso Falcones, abbiamo visitato anche la cattedrale di Santa Maria del Mar, che tu caro Max hai ripreso completamente, evidenziando anche il passaggio esterno tramite una rampa in legno, mi soffermo però su una cosa che voglio raccontarvi per elogiare ulteriormente Barcellona e la sua mentalità, giravo all’interno della chiesa da solo, più che per un fatto religioso(non credo di credere), per rivivere il libro, tuffarmici dentro, mi avvicino alla cappella interna dove è esposto il santissimo, per entrarci c’è uno scalino, faccio per rinunciarci, quando un tizio mi chiede se voglio entrare, rispondo di si, et voilà ecco che da dietro l’angolo spunta una rampetta per superare l’ostacolo, ringrazio e vado avanti 😉

Visto che non era distante decidiamo di fare un giro nel Barrio Gotic, pavimentato perfettamente senza una minima buca o impercettibile scalino, d’altronde, ripeto, come tutti i luoghi di Barcellona visitati, anche fuori dal centro.

Visitiamo anche tutta la zona attorno alla Cattedrale “ufficiale”, con i suoi vicoli storici ecc..La nostra “guida”, un contatto che ho io grazie alla mia amicizia con suo papà, contribuisce a farci apprezzare ancor di più la città catalana, infatti visitiamo vicoli e piazzette che non avremmo mai visto, la splendida Plaza del Re, Plaza Sant Jaume o Plaza de la constitution, piazza degli angeli dove c’è il MACBA museo di arte contemporanea, estremamente accessibile e tutta la zona universitaria. Inoltre grazie a Cinzia abbiamo avuto l’onore di cenare per due volte in un ristorante caratteristico e unico nel suo genere, praticamente all’ingresso c’era un grosso bancone di pesce, come al mercato o in una pescheria, tu sceglievi quello che volevi, e credetemi c’era di tutto e fresco, loro te lo mettevano in un sacchetto, te lo pesavano ti dicevano il prezzo lo passavano in cucina e ti indicavano il tavolo, che dovevi apparecchiarti e poi quando chiamavano il tuo numero andavi a prendere il vassoio, uno spettacolo vero e proprio, non ricordo il nome ma è in un vicolo del quartiere Sanz, ve lo farò sapere dai….ah dimenticavo…con bagno accessibile.

Il mare lo abbiamo vissuto poco, quasi per niente anzi a parte un paio di passeggiate serali sullo spendido lungo mare e Mare Magnum e un tardo pomeriggio in spiaggia a Barceloneta, ma questo non è il mare che mi piace vivere, troppa folla e soprattutto troppi falli volanti ahahaha…però mentre gli altri riposavano sbragati sulla spiaggia io vagabondavo per Barceloneta in mezzo ad una folla continua. Chiudiamo con la mitica e famosissima Ramblas, verso la quale c’è poco da dire ormai se non che è la via più zeppa di artisti di strada di ogni genere che abbia mai visto e di non correre troppo con le proprie car elettriche divertendosi a schivare la gente, che si rischia di investire qualcuno e di ribaltarsi….se ve lo dico un motivo c’è…a buon intenditor poche parole…….Ollè!!

* Dopo questa lunga serie di elogi verso un paese che non è nostro, vorrei chiudere in modo opposto verso il paese che invece è nostro. Come avete potuto notare, all’inizio di questo mio scritto alla voce Polizia ho messo un asterisco, e bene tutto questo per denunciare un fatto. Come detto Marione in tutta fretta, non trovando un posto poco prima di imbarcarsi sulla nave, ha pensato di parcheggiare davanti al palazzo della Polizia, munito di come minimo 30 parcheggi classici e 2 per disabili, ha esposto il tesserino e lasciato il proprio numero di cellulare per qualsiasi problema.

Il giorno dopo gli arriva una telefonata dalla Polizia di Civitavecchia in cui gli viene detto che quel posto è riservato a disabili che si recano negli uffici della polizia per sbrigare le consuete pratiche e che la sosta a lungo termine non è consentita, gli viene risposto che tutto questo non lo si sapeva e che abbiamo parcheggiato lì perchè è il punto più vicino al porto, oltre che più sicuro e che su quella macchina c’erano 3 disabili, piena di bagagli, con 3 carrozzine “scaricati” al porto per andare in vacanza 10 giorni.

La polizia risponde gentilmente che non farà rimuovere l’auto ma che una sanzione devono fargliela per forza e di presentarsi in questura al ritorno dalla vacanza. Ci presentiamo tutti, ci vengono richiesti i documenti, addirittura i biglietti come prova del viaggio e quasi come se avessero bisogno vitale di denaro e di rispettare la legge (quando gli pare), senza un minimo di clemenza, ci tengono lì per un’ora spossati dal viaggio e addirittura febbricitanti e ci infliggono una multa di 100 euro, inoltre ironia della sorte, sfortuna ha voluto che a Mario fosse scaduta la revisione a Giugno per sua dimenticanza e gli tolgono il libretto con tanto di multa di 170 euro, della serie Bentornati in Italia!!

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Grazie.


Barcellona: la prima parte del racconto di Stefano

1
19
Agosto

Stefano, insieme ad altri amici, è appena tornato da Barcellona e ci racconta la sua esperienza.

Come promesso a Max eccomi pronto a fare un resoconto della mia splendida vacanza a Barcellona.

Prima di iniziare a raccontare vi presento i protagonisti della vacanza:

il sottoscritto a bordo della sua B500, che non è una motocicletta ma bensì un quad per disabili, chiamiamolo così dai, Marinella con la sua aggressiva e sportivissima quicky 200, Riccarda con la sua dorata car manuale, Giorgiana con la sua andatura lenta e sciolta 😉 il muscoloso e pazientissimo Marione e la nostra cara Fabiola.

Decidiamo di vivere questa vacanza facendo affidamento sulle tantissime recensioni positive forniteci su Barcellona, sia da parte del nostro Max che da parte di altri amici con disabilità, la splendida città catalana non li smentirà, anzi…

Decidiamo di partire in nave, sia per comodità che per vivere un’esperienza nuova, la nave è la Grimaldi, che funge sia da crociera offrendo molti comfort, che da traghetto, infatti imbarca qualsiasi tipo di autoveicolo, tir compresi.

grimaldi

(Continua…)


Thailandia: continuiamo il viaggio con Claudio

13
Agosto

Riportiamo la seconda parte del viaggio di Claudio in Thailandia, cominciamo con un video:

3° giorno

Partiamo di corsa dalla topaia, oops, dall’hotel la mattina e prendiamo la strada che attraversa la provincia di Prachinburi e da qui entra attraverso le estremi propaggini di Khao Yai, il parco nazionale dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, nella provincia di Khorat. La strada attraversa piccoli villaggi contadini, si inerpica su per le colline per poi ridiscendere a picco verso Khorat. Ed è qui, ad una trentina di km da Khorat che Nampù prende la prima multa. Al posto di blocco, ci ferma un poliziotto che con fare molto gentile, direi suadente, comunica che siamo in contravvenzione per eccesso di velocità. Il fatto è che è vero, Nampù aveva spinto un po’ troppo, però alla fine non ci fa nemmeno scendere dice che visto che andiamo di fretta, non c’è bisogno che scende dall’auto, paghiamo la multa che probabilmente il poliziotto metterà in tasca, si raccomanda di fare attenzione e andar piano, e proseguiamo verso Khorat.

E finalmente verso l’ora di pranzo arriviamo a Khorat, Nakhon Ratchasima il nome completo. A pranzo andiamo a The Mall, il centro commerciale, e mangiamo giapponese al Fuji Restaurant. Dopo una abbondante libagione ci mettiamo in cerca dell’hotel. Non dobbiamo cercar molto, proprio di fronte a The Mall c’è un hotel, il KS Pavilion Hotel. All’ingresso c’è una rampa per poter salire, un po’ ripida ma con un piccolo aiuto la si può fare, la stanza è bellina, pulita, la moquette abbastanza nuova, il bagno sufficiente per poter entrare, aria condizionata, tv satellitare, la prendiamo senz’altro per 700 baht inclusa la colazione. Lo consiglio a chi deve recarsi a Khorat, unica accortezza, prendete una stanza numero dispari, nel lato interno, perché sul lato esterno c’è un karaoke che fino alle 2 di notte tiene svegli i clienti. Sono anche gentili alla reception ad avvertirci. Comunque la stanza è dispari, quindi nessun problema. Unico problema per chi non ha l’auto è che si trova sulla circonvallazione, ma i mezzi pubblici mi sembra non manchino.

Dopo un breve riposino, Nampù vuole andare a rendere omaggio alla Yah Moh, o Tao Suranaree come è stata insignita poi dal Re Rama III. Khunying Mo era la moglie del governatore di Khorat. Nel 1827 un principe laotiano raduna un esercito e attacca la città di Khorat. Dopo un breve assedio la conquista e fa prigionieri i suoi abitanti trasportandoli in prigionia verso Vientiane. Durante la marcia Khunying Mo pian piano acquista la fiducia dei laotiani, ritarda la marcia suggerendo a qualche cittadino di Khorat di fingersi ferito, pian piano riesce anche ad armarsi con dei bastoni da utilizzare come attrezzi, ma che vengono poi appuntiti. La notte decisiva ordina alle ragazze più giovani di sedurre i soldati laotiani e portarli nei boschi, quindi vengono disarmati e devono battere in ritirata. Khunying Mo, è oggetto da parte dei thai di venerazione, come per le due eroine di Phuket, un misto di orgoglio civile e religione. Al centro di Khorat c’è un monumento a lei dedicato, davanti al quale molti vanno a rendere omaggio alla eroina della città, ecco alcune foto.

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E infine alcuni filmatini del monumento e lungo il viale dove si trova il monumento:

4° giorno

Il quarto giorno è dedicato principalmente a uno dei templi khmer piu’ famosi della Thailandia : il tempio di Phimai, a una cinquantina di chilometri da Khorat, recentemente rinnovato. Probabilmente è un misero surrogato di Angkor Wat, comunque partiamo la mattina e ci dirigiamo sull’autostrada verso Khon Kaen, a circa 40 km da Khorat svoltiamo e in breve arriviamo nella cittadina di Phimai. Ricordo che i templi khmer sono dei templi religiosi indù e non buddhisti, le raffigurazioni quindi ricordano i poemi epici indù con storie di Krishna , Vishnu etc…

All’arrivo una bella sorpresa, nel parco archeologico c’è un bagno accessibile, anche se la pavimentazione naturalmente è piuttosto sconnessa. Di li però per accedere alla terrazza superiore c’è una scalinata, e li sembra che io mi debba fermare, davanti al gopura (la porta di ingresso) coi leoni :

Tempio

Fortunatamente non è così, sulla destra c’è un breve pendio tramite il quale riesco a scendere sull’erba e da qui girando intorno alle mura arrivo in un punto in cui il muro è crollato e tramite un altro pendio posso risalire fino alla terrazza superiore. Comunque c’è anche un cancello su un’entrata laterale sulla strada che da accesso direttamente a questo pendio.

Entrata Tempio

Entrata Tempio dai giardini

Due brevi filmati:

Usciamo quindi da Phimai, e poco vicino c’è un giardino con laghetto, un fiume che scorre, un bel posto. Si tratta di una foresta di alberi di banyan (l’albero sacro a Buddha), alberi vecchi di oltre 300 anni. SI tratta del giardino chiamato “Sai ngaam“.

Quindi si fa ritorno a Khorat, e il resto della giornata la passiamo lì.

Continua

Per chi non ha letto la prima parte, può andare quì… (ndr)

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I dati sulle varie accessibilità sono stati forniti dall’autore dell’articolo, facciamo presente che i disabili non sono creati con lo stampino e quindi ci possono essere delle esigenze differenti anche con malattie simili. Consigliamo dunque di non esitare a chiedere ulteriori informazioni lasciando commenti oppure scrivendo alla redazione, sicuri e speranzosi di avere la gentilezza dell’autore del reportage di darci altre informazioni se in suo possesso.

Grazie.


Thailandia: in viaggio con Claudio

1
12
Agosto

Grazie al nostro amico Claudio che ci racconta il suo viaggio in Thailandia.

Inizia così…

Cominciamo subito a dire una cosa : in questa avventura, la protagonista è Nampù, io sono solo un cronista con un ruolo marginale. E’ lei che ha guidato per 3.500 e passa kilometri, avendo a che fare con pazzi scatenati che si buttano sulla corsia di sorpasso senza guardare dallo specchietto, deficienti che vanno a 70 all’ora sulla corsia di sorpasso e che non si spostano neanche a sparargli col bazooka, che s’è portata le valigie (quando non c’erano i facchini eh, non siamo così kiniao :-), che ha fatto le riprese video, io ho miseramente contribuito come “navigatore”.

1 giorno

Si parte da Phuket alle 8,30 di mattina. Prima dobbiamo passare a restituire una gabbietta per gatti al veterinario, è lungo la strada, la lasciamo e si va. La strada , la Thapkasattri, attraversa l’isola dalla città fino al ponte Sarasin. Da qui si prosegue nella provincia di Phang Nga tramite una strada a doppia carreggiata con ampie curve.

Dopo 100 km si arriva a Phang Nga, bella cittadina circondata da picchi calcarei.

Da qui la strada restringe, ci si dirige prima verso sud verso Krabi, poi si devia su una strada non molto trafficata verso Suratthani. Dopo circa 150 Km, si giunge alla superstrada che collega Bangkok all’estremo sud thailandese. La strada è a due corsie per senso di marcia, e ci si dirige rapidamente verso nord con le dovute soste fisiologiche e per i pasti. Ecco una foto scattata in corsa a Pranburi, vicino Hua Hin.

Alla sera in prossimità di Petchburi, ci fermiamo ad uno degli innumerevoli negozi dal nome “Mae Kimlui“, “Mae Kimlang“, “Mae Lamiat” che vendono “Moh kaeng” il tipico crème caramel di Petchaburi. Ne compriamo un paio da sbafare la sera in hotel, più dei “bah mee” all’anatra (tagliolini all’uovo).

hotel thailandiaCi fermiamo quindi in hotel, già più volte utilizzato durante le nostre escursioni a Bangkok. Si tratta di un motel, l’Happy Inn, che però non è il classico motel thailandese per coppiette, il cosiddetto “Mahn Lut” in cui si entra con l’auto davanti alla stanza e viene chiusa una tenda per tener riparato il cliente da occhi indiscreti, ma di un motel molto simile a quelli europei. Una bella stanza con bagno, acqua calda, aria condizionata e televisione sono 500 baht.

Per chi volesse utilizzarlo, si trova sulla circonvallazione di Petchaburi, c’e’ una stradina che va verso l’interno 20 metri prima di un benzinaio Petronas, appena girati sulla stradina lo vedete li dopo 30 metri.

In Trentino Alto Adige verrebbe definito un “Garnì”, non dispone di ristorante, quindi per mangiare bisogna andare fuori, prima di arrivare sulla circonvallazione c’è un centro commerciale Big C con il solito food center, MK restaurant etc…

(la foto della stanza non è di Claudio ndr.)

2° giorno

La sera prima abbiamo preso accordi con una amica che vive a Samui, ma che in questi giorni si trova a Bangkok.

Appena usciti dall’hotel siamo in una cappa di fumo giallastro, non è inquinamento industriale, si vede che da qualche parte ci sono delle foreste che stanno bruciando, si percepisce anche odore di fumo, poi la nostra amica a Bangkok ci dirà che la televisione ha detto che si tratta di foreste nel sud della Cina, e in effetti con il monsone di nord-est il fumo deve arrivare dal Laos e dalla Cina meridionale.

Entriamo quindi nella provincia di Samut Songkhram, caratterizzata da una distesa di saline…

In un paio d’ore comunque siamo a Bangkok, zona Sukhumvit, anche grazie al fatto che è di domenica e non dobbiamo beccarci il solito traffico infernale di Bangkok. Foto dello skyline di Bangkok:

Passiamo a prendere la nostra amica a casa e in auto andiamo a parcheggiare al centro commerciale Carrefour di Omnut per poi prendere lo sky train. Pero’ nel frattempo ci perdiamo in un vicolo tentando una scorciatoia, finendo in un tempio della zona di Phra Kanong. Qui ci sono bufali e vacche che sono state “salvate” da un triste destino e viene chiesto un contributo per il loro riscatto e il mantenimento. Ecco le simpatiche bestiole intente a mangiare, più le foto del tempio stesso:

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A questo punto ritroviamo la strada per il Carrefour, parcheggiamo e andiamo a prendere la metro per dirigerci a pranzo al centro commerciale Siam Paragon in Siam Center. Al Paragon ci dirigiamo al food center che è strapieno di gente, essendo domenica, non si trovano tavolini liberi per mangiare. Nampù con la sua solita faccia tosta poco thailandese, chiede il permesso ad un povero ragazzo che stava mangiando la sua zuppa in santa pace di sedere tutti al suo tavolino. Naturalmene il ragazzo educatamente accetta, ma finisce in fretta la sua zuppa, saluta e se ne va con un “wai”.

Terminato il pranzo, torniamo tutti al Carrefour a riprendere l’auto, e decidiamo di uscire da Bangkok. Pur essendo bangkokiana doc, Nampù non sopporta più il caos e la confusione che regna sovrana nella capitale, ci dirigiamo quindi fuori Bangkok verso Chachoengsao a una cinquantina di chilometri dove c’è un famoso tempio molto venerato dai thailandesi, ma poco noto ai turisti. Anzi di “farang” c’ero solo io. Il tempio è bello, moderno e tutto bianco con dei fregi dorati. Alcune foto tra le quali una con una comitiva proveniente da Songkhla, ci siamo scambiati il ruolo di fotografi e ne abbiamo fatta una o due a testa come ricordo tutti insieme.

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fine prima parte….

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I dati sulle varie accessibilità sono stati forniti dall’autore dell’articolo, facciamo presente che i disabili non sono creati con lo stampino e quindi ci possono essere delle esigenze differenti anche con malattie simili. Consigliamo dunque di non esitare a chiedere ulteriori informazioni lasciando commenti oppure scrivendo alla redazione, sicuri e speranzosi di avere la gentilezza dell’autore del reportage di darci altre informazioni se in suo possesso.

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