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Audiophile Club: il nostro primo sponsor

25
Luglio

Noi di DiversamenteAgibile.it siamo lieti di presentarvi il nostro primo Sponsor. Abbiamo deciso che ogni nuovo Sponsor avrà un post dedicato di presentazione, perchè siamo convinti che per chi aderisce non sia solo pubblicità ma un gesto di aiuto verso un progetto che ritengono importante per tutti, non solo disabili.

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Quindi salutiamo e diamo il benvenuto a “Audiophile Club di Follonica – Alta Fedeltà | I End |  Home Cinema | Multiroom“.

Vogliamo farvi leggere come si presentano, perchè merita:

“NON LO SENTI L’ANANAS ?”

Audiophile Club azienda pro SLOW FOOD

Siamo audiofili, siamo curiosi, abbiamo voglia di qualità e di bello ed abbiamo trovato un valido alleato che come noi va in controtendenza rispetto alla miserrima discesa nel girone dei superficiali..

Il ritorno alla qualità nella musica non può non spingere un individuo verso la ricerca della qualità anche negli altri ambiti della vita. Mentalità aperta, curiosità, amore per il bello e per il buono, caratteristiche tanto dell’audiofilo quanto del buongustaio. Per questo motivo il connubio Audiophile Club – Slow Food è così naturale ed automatico.
Il motivo è molto semplice: parliamo ad esempio delle analogie tra la “degustazione” della musica e la degustazione di un vino.

Degustazione della musica? Ma che è?

Per chi è come noi appassionato di musica e di alta fedeltà sarà sicuramente facile capire dove sto cercando di andare a parare. Ascoltare bene la musica, ascoltarla nel miglior modo possibile cercando di estrarre quante più informazioni possibile dal supporto per poter godere a pieno di tutte le sfumature, del calore, del colore, del dettaglio, della dinamica, del timbro, degli armonici, dell’ambienza, dell’immagine stereofonica, di uno strumento, di una voce, di un concerto, per ricreare l’emozione di un’evento reale è come portare sapientemente una bottiglia di buon rosso alla giusta temperatura, scappucciarla sotto il bordo del collo, estrarne con attenzione il tappo saggiandone l’odore e la correttezza. Valutare l’intensità del colore, la limpidezza perdendosi in strane elucubrazioni sull’unghia del bicchiere.. già le analogie con la preparazione ad un ascolto della musica su un buon impianto non si contano.

Si porta il bicchiere al naso a vino fermo, si valuta l’intensità dei profumi e la schiettezza, poi si fa roteare per permettere agli odori di sprigionarsi quanto più possibile e già si intuisce, di solito, quello che ci aspetterà una volta assaggiato. Il carattere, il corpo, si percepiscono gli odori floreali, quelli della frutta o si arriva alle spezie più fini? Cannella, pepe nero o bianco, cuoio, goudron, grafite! .. avete mai assaggiato la grafite? sapete di cosa sa? Beh, provate a rosicchiare la punta di un lapis! Ed il biancospino? ve lo ricordate com’è l’odore del biancospino??.. Oppure il saper riconoscere il sentore di erbaceo, di peperone, di menta, di mandorla, nocciola, la banana, l’ananas, la mela verde etc..

Quelli sopra mensionati, per un palato e ad un naso non allenati sono tutti termini che fanno sorridere. Come dicono i politici in TV per fare i colti? ( malgrado poi sbagliare spudoratamente i congiuntivi di continuo senza che nessuno glielo faccia notare?) ah si, -sono fonte di ilarità e di scherno-
I termini con cui si descrive un vino, ma anche una birra, uno scotch single malt e tante altre prelibatezze, sono molto simili a quelli usati per descrivere il suono di un impianto. Anzi, descrivere un sapore ed un odore è forse più semplice. Descrivere un suono è un bel casotto: ambrato, caldo, arretrato, legnoso, sabbioso, metallico, arioso, troppo avanti, troppo dietro, attufato, brillante etc.
Così come il vino, un diffusore ben progettato, costruito con determinati materiali, di un determinato spessore e forma, darà un suono che avrà caratteristiche date delle scelte del suo progettista. Stesso dicasi per un lettore cd, un amplificatore, etc etc.

Memoria olfattiva, memoria uditiva.

Come per chi approccia alla degustazione del vino importantissimo è ricreare una memoria olfattiva con l’allenamento via via che si sperimenta così è per chi approccia all’alta fedeltà e all’ascolto critico della musica. Quando buttiamo per la prima volta il naso dentro un bicchiere di bianco strutturato per scoprirne gli odori sentiamo un intenso profumo di una gradevolezza incredibile che ci avvolge e magari ci sprofonda in un inspiegabile deja-vu come solo l’olfatto e la musica sanno fare. Macchè, siamo li imbarazzati davanti agli altri a cercare di capire che fiore o frutto ci ricorda quel dannato profumo. Passano i minuti, si annusa e si ri annusa fino ad anestetizzare le mucose quando l’amico più esperto ci congela uscendosene con.. “non lo senti l’ananas?”
Caspita, è vero! l’ananas.

Un tassellino alla volta.

Tiiin! primo tassellino della memoria olfattiva. L’ananas, tanto drammaticamente semplice da usare una volta conquistato quanto spudoratamente difficile da beccare le prime volte. Stessa cosa per la papaya, la mela verde, gli agrumi, o la prugna in un vino rosso, la mora, la ciliegia, il lampone, il tabacco and so on. Basta che qualcuno più esperto di noi ce lo faccia notare e Tiiin! tassellini su tassellini che con il continuo sperimentare si rafforzano e si sommano ad altri ancora più difficili da scovare.

Dopo un po’ ci si ritrova a -leggere- un vino e all’improvviso dal discernere grossolanamente tra un vino buono e uno cattivo ci ritroviamo a capirne la storia ed il lavoro che c’è dietro. E’ come passare dal guardare la copertina di un bel libro all’averlo letto tutto.
Stesso dicasi per la musica. Una cosa è ascoltarla distrattamente con una cuffietta o su un modestissimo impiantino, un’altra è riuscire, tramite l’ascolto consapevole e grazie ad un buon impianto stereo, a godere di tutte le emozioni che l’artista ha cercato di trasmetterci.

In ambito musicale, per fare un’analogia, capita spesso che si faccia notare ad un neofita quella che è la scena tridimensionale della musica che sta ascoltando attraverso un impianto hi-fi, la posizione degli strumenti, della voce sia in larghezza che in profondità.. la reazione più comune è: “caspita, è verooo” Una volta scattata la molla ci si ritrova a -guardare- la musica oltre che ad ascoltarla.. ovviamente se l’impianto è in grado di fare un buon lavoro la registrazione è di buona qualità. Tiiin! primo tassellino della memoria uditiva.

Una sera un mio amico cinquantenne (invero dalla mentalità più chiusa del previsto rispetto ai miei 32) mentre discorrevamo a tavola del vino servito se ne esce saccente & supponente con questa frase:
“aah, io non ci credo a tutte queste bischerate, è tutta una montatura fatta ad arte per vendere il vino, a me il contadino non mi ha mai parlato di frutta, lampone, liquirizia ne tantomeno di vaniglia figuriamoci di chiodi di garofano e pietre focaie! ”
E ci credo, dico io. Nella maggioranza dei casi il vino del contadino è di ssssSSSSsscarsissima qualità.. I sentori del vino poi non sono campati in aria, sono dati dalle stesse sostanze chimiche che danno gli odori ed i colori ai frutti, ai fiori ed alle spezie in natura. Di uva buona in giro c’è ne è tanta, matura e trattata bene, ed invece troppo spesso molte volp.. ehm molte persone non trovano che quella acerba.

L’invito è quindi quello di approfondire, qualsiasi cosa vi capiti sotto mano, in qualunque campo, cercate di guardare più in la del vostro naso e di ascoltare più in la delle vostre orecchie. L’accrescimento culturale è assicurato, il divertimento pure, la consapevolezza di vivere su un pianeta incredibile pure.
Approfondite, incuriositevi, distinguetevi dalla massa. Di massa c’è ne è anche troppa, adesso abbiamo bisogno di energia.. ed Einstein mi passerà il paradosso, per una volta.

Have Fun!

Mirco

un nostro sponsor

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